Non ci sono modi e citazioni che reggono sulla questione dei Forestali siciliani che, dopo aver appreso dell’ennesima presa per il c…o da parte del governo regionale e da coloro che reggono …. il tutto, si sono scagliati sui social a dirne di tutti i colori e modi sugli artefici principali e secondari di questo ennesimo scempio.

Citazioni che rispecchiano lo stato di fatto di un sistema ridotto al lumicino e mette in ginocchio un’intera regione che vive di circa 15mila Forestali. Perseverare è biabolico e dunque, alle parole dovrebbero seguire i fatti e cioè agire in piazza se si vuole risolvere (almeno) la questione in merito. Certo su questo, i lavoratori sono “un po’ restii” in tali decisioni e scenari che, sono sempre valutabili e da prendere come punti di partenza se si vuole almeno tentare in proprio e uscire da questa cappa non più tollerabile.

Da qui ad oggi non ci sono date sul prossimo “pour parler” anzi, c’è sempre in piedi la data dei tre mesi sulla presentazione della riforma o risposta da parte di Cordaro e Bandiera ma arrivati a questo punto, chi vuol continuare a sperare continui, e chi vuol dare un’impronta diversa deve farsene una ragione almeno che si scende in piazza convinti di ribaltare in altri modi la questione.

Altra situazione che tanti potranno valutare è la via legale, in attesa di capire come andrà a finire l’esito finale, con ripercussioni sulle casse regionali che ribalterebbe un sistema mai avutosi prima. Certo è, che tanti si sono stufati di attendere i politici e sindacati dunque, la situazione definitiva deve essere messa sul piatto di coloro che non vogliono tutto questo è fidatevi .. …. c’è né sono !

Prendere atto che potrebbe esserci un risarcimento di 10 mensilità per tutti come già successo con alcuni operai di Ragusa potrebbe essere attualmente un contentino per tanti e “aiutate a portare la croce”, in attesa di una sentenza definitiva che mette la Regione con le spalle al muro, visto che il risarcimento potrebbe essere per tutti e certamente non potendo continuare a far firmare contratti a termine da anno in anno per altri 30 anni, così come dice l’altra sentenza di Bruxelles. La stabilizzazione rimane l’obiettivo principale dei lavoratori, e su questo tutti sanno che non cè altra via d’uscita, sapendo che non si può ancor di più indebitare una regione che di problemi ne ha già abbastanza.