In copertina una foto ritoccata del mitico Ticro, che gioca spesso, con ironia socratica, sugli eventi per dargli un taglio meno pesante come quello che stiamo vivendo in questi giorni ovunque. Noi vi raccontiamo quello che accade a Palermo, abituati alla confusione e al “vociazzare” sembra stiamo vivendo in un’altra città, fatta di silenzio, paura e diffidenza. Lui Ticro, gira sempre per strada a piedi conosciutissimo in città, sbalordito e stordito anche lui per quello che stà accadendo pubblica, ironicamente una sua foto ritoccandola al tempo del “virus a Palermo” armato di buoni propositi come sempre e col sorriso che non lo abbandona mai, solleticando la nostra piacevole attenzione per i suoi aneddoti e racconti raccolti in giro, in una città che sembra vuota incredula e si maschera da guerriero in strada.Ticro, cosi chiamato per il suo aspetto da tigre, sempre in cerca, in realtà è Giovanni Basile, direttore di Babbaluci News. Babbaluci news, racconta la citta’ di Palermo e non solo con colori caldi, belli, mai uguali, la racconta con ironia, cercando e scovando personaggi, ricette,poesie, fatti, tra i vicoli e le balate della città delle meraviglie.Personaggio molto conosciuto in città lo riconoscete subito perchè ha un’aspetto possente, sicuro di sé e soprattutto dialoga con tutti, cercando di far vedere sempre il bello delle cose usando una chiave importante l’ironia ed una parola piccola che non diciamo, ma che per il palermitano d’ok, quando è arrabbiato è identificativo ed esplicativo.

È uscito da poco una sua raccolta di storie dal titolo “Io pinsavu una cosa” storie vissute negli anni dallo stesso autore, che ha voluto in linea col suo stile on the road presentare al pubblico in strada, non nel chiuso di librerie, leggendo ora ai Quattro Canti di città, ora negli scalini del teatro Massimo, i suoi racconti attraverso la voce di giornalisti, poeti, pittori e gente comune, che si sono prestati con gioia alle letture. “Io pinsavu una cosa”, si legge lentamente come si fà, con le cose che ti incuriosiscono e che vuoi trattenere a lungo. Il tascabile si legge con fluidità, ti prende per i racconti che contiene, belli, pieni di poesia, sale e zuccaru ammiscati. In ogni racconto traspare un’anima che osserva il mondo con occhi attenti, capaci di introspezione sugli eventi del destino, leggi uno spirito ribelle, domato ed ingentilito. Tra i tanti racconti , sarà che oggi c’è vento in città, sono rimasta piacevolmente incantata dal racconto “sciuscia a sciroccu”, tintu vintazzu, fitusu, affamato comu lupu, c’aspetta ca a pecura si cala pi scipparici l’agnieddu…bello, poetico, carico di significato, una sorpresa continua dietro l’angolo. Vi consiglio di acquistare questo piccolo gioiellino, in cui l’autore si racconta con un siciliano che ti fà sentire a casa e che come il profumo di menta ti accompagna per le pagine, in cui ogni parola ha un peso ben preciso, quasi un battito del cuore che ti aiuta a pensare…..pensare, virtù che ormai hanno in pochi…..Per quello che la città stà vivendo sarebbe il caso di aggiungere un’altro capitolo, “ticro al tempo del coronavirus” siamo spaventati, arrabbiati, nessuno di noi si aspettava la piega che ha preso questa “invasione mediatica” di cui siamo tutti vittime e carnefici. Un’onda di informazioni che ci ha terrorizzato ed immobilizzato , paralizzando una città che vive di turismo. Camminare in città in questi giorni genera una sensazione strana, dobbiamo cercare di riacquistare un po’ di senno, o finiremo per essere complici di difficoltà economiche che neanche immaginiamo.

Dobbiamo riflettere su ciò che stà accadendo perchè sollecita una revisione sui nostri comportamenti, modi di pensare.Siamo tutti concatenati, questo virus dal contaggio veloce lo dimostra, non guarda in faccia nessuno, e si fa beffa della nostra provenienza e cultura, siamo tutti uguali dinnanzi a questo chiamiamolo essere impercettibile.La natura si stà ribbellando al nostro modo balordo di vivere. Preoccupati per la nostra salute, non capiamo che attorno a noi ci sono davvero tante e troppe cose che non funzionano, ghiacciaci che si stanno sciogliendo, inquinamento, siccità, malattie. Santuzza beddra pensaci tu, la peste del 2020 è arrivata, liberaci dal male e apri il cervello degli uomini instupiditi dall’idea di potere controllare tutto, non controlla proprio niente…..parafrasando ticro, io pinsavu ….che è ora di pinsare……a vivere usando il cervello!.