SOS SICILIA CENTRALE replica alle affermazioni contenute nell’articolo pubblicato sulla cronaca di Caltanissetta del quotidiano La Sicilia il 5 marzo scorso, in cui si annunciava la pubblicazione di un bando per l’individuazione di professionisti (architetti e ingegneri) da incaricare per la progettazione dei lavori in vari siti del Parco Archeologico di Gela, parco cui appartengono anche i siti interni del nostro territorio come Sabucina, Vassallaggi, Gibil Habib, Monte Polizzello, e in cui il Direttore del Parco suddetto, Arch. Luigi Gattuso, ha dichiarato di avere già attivato progetti per oltre 12 milioni di euro. Un dato questo che sembrerebbe positivo se non fosse che due terzi di queste risorse sono state impegnate per far fronte alle emergenze del Museo Archeologico di Gela, mentre la parte residua verrebbe distribuita solo su alcuni degli altri siti.

Esistono dunque emergenze di serie A e emergenze di serie B? Probabile. Esistono però sicuramente siti di serie A e di serie B visto che nella nuova App “Sicilia Archeologica”, sviluppata dal Dipartimento regionale dei Beni culturali per promuovere il sistema dei Parchi Archeologici siciliani, cliccando sul link “Parco Archeologico di Gela” troviamo informazioni sulle aree archeologiche gelesi, che sono le uniche ad essere elencate, mentre non compare nessuna delle aree archeologiche dell’interno. Ora ferme restando la maggiore valenza culturale ed attrattiva del Museo Archeologico e delle aree gelesi, ci sembra eccessivo lo squilibrio di attenzioni e di risorse, specialmente in una prospettiva dichiarata di potenziamento; normalmente si potenzia ciò che è più debole ed in quest’ambito i siti interni rappresentano certamente il settore da potenziare. Quindi chiediamo a gran voce che i siti interni  trovino lo spazio e l’attenzione necessari all’interno della nuova App regionale. Ritornando all’articolo del 5 marzo, leggiamo anche che si sta lavorando per la gestione dei siti, senza specificare però secondo quali modalità e senza fare alcun riferimento a progetti o piani particolari. Ci si limita soltanto ad elencare sommariamente le tipologie di intervento previste che, a nostro avviso, non sono certamente sufficienti a garantire la messa in sicurezza dei siti, nonché la loro basilare fruibilità, figuriamoci la valorizzazione; nessun riferimento ad esempio si trova sull’impiego delle risorse del personale che dovrebbero garantire la fruizione dei siti. Peraltro va rilevato che nell’elenco fornito  dall’Arch. Gattuso mancano alcune importanti aree archeologiche, come Gibil Habib, che avrebbe bisogno di interventi urgenti soprattutto riguardo la strada di accesso al sito (di competenza comunale) e la piena agibilità igienico-sanitaria dell’antiquarium, realizzato incredibilmente  senza dotazione di servizi igienici, o, per portare un altro esempio, Monte Polizzello, che è stato oggetto di cospicui investimenti completamente dispersi a causa della cattiva gestione del sito, configurando così uno dei tanti esempi di danno erariale. A conclusione dell’articolo, leggiamo un commento provocatorio dell’arch. Gattuso secondo cui i lavori «prima elencati costituiscono soltanto il primo lotto di una programmazione più ampia, finalizzata a superare gli angusti confini degli interessi locali e campanilistici». Una dichiarazione che ci lascia a dir poco sconcertati visto che chi ha la responsabilità del Parco dovrebbe rappresentare interessi collettivi, mentre  la distribuzione delle somme dice tutt’altro. Quanto emerso dalle dichiarazioni del Direttore del Parco archeologico va in direzione diametralmente opposta rispetto al clima di sana e proficua cooperazione tra Associazioni ed Enti pubblici che aveva condotto alla organizzazione dell’incontro/confronto di giorno 22 febbraio dal titolo “Umbilicus Siciliae. Cerere tradita e abbandonata. Prospettive per il futuro del patrimonio archeologico della Sicilia centrale”. Auspichiamo, pertanto, un repentino cambio di rotta da parte degli amministratori regionali che, almeno fino a questo momento, hanno poco tutelato, o meglio, ignorato i danni a strutture e beni e chiediamo che venga presentato al territorio l’intero quadro della programmazione prevista per la valorizzazione delle aree archeologiche della Sicilia interna, per ristabilire la condizione di sano equilibrio nella ripartizione delle risorse economiche volte al rilancio dell’armatura complessiva del patrimonio archeologico diffuso all’interno dell’intero ambito di competenza del Parco Archeologico di Gela. Ci aspettiamo infine che l’Assessorato regionale BCIS si assuma le proprie responsabilità in merito al grave danno erariale conseguente all’abbandono e alla distruzione dei nostri siti (in primis Sabucina e Monte Polizzello). Pertanto, nei prossimi giorni, SOS SICILIA CENTRALE presenterà un esposto alla Procura della Repubblica chiedendo di appurare se i danni subiti dai nostri siti archeologici ed alle relative strutture e impianti potevano essere evitati con una più accorta politica di salvaguardia e gestione della cosa pubblica.

Le Associazioni di SOS SICILIA CENTRALE

(SiciliAntica, Associazione Alchimia, Pro Loco di Caltanissetta, Italia Nostra Sicilia, Comitato di Gibil Habib, PiùCittà, Associazione Archeologica Nissena, Società Dante Alighieri di Caltanissetta)