Stiamo tutti facendo un viaggio al contrario, ossia non un viaggio verso paesi, strade che non abbiamo mai visto, forse immaginato, ma un viaggio verso noi stessi chiusi dentro le nostre case e nei nostri pensieri.
Un viaggio in un mondo che in un momento come questo svela di noi altri aspetti, forse anche a noi poco noti e ci fa riscoprire debolezze che pensavamo di non avere,le nostre ombre, altre volte risorse nuove inaspettate che ci inorgogliscono.
In questo tempo in casa abbiamo spesso dialoghi con quell’io che nella vita frenetica di sempre, spesso mettevamo a tacere, ora è li, vuole essere ascoltato, ha sufficentemente tempo per interrogarsi ed interrogare.
Quella strana sensazione di solitudine e di costrizione fisica a cui siamo sottoposti dalle misure di contrasto alla diffusione del virus, viene attutita dalla presenza dei media, i social, con i quali inganniamo le assenze reali, ci consoliamo parlando nelle chat.
Senza i social avremmo avvertito sicuramente in maniera molto più forte questa mancanza di contatti sociali, con i quali condividiamo emozioni, pensieri.
La gente ha riscoperto in molti casi il piacere della cucina per ingannare il tempo, la lettura di un buon libro, la ginnastica in casa, il senso della preghiera condivisa e sentita.


Siamo tutti esposti al pericolo, il nemico covid 19 non lo vediamo, può annidarsi ovunque e in chiunque, con una velocità di trasmissione che fa paura, i dati dell’emergenza lo dimostrano.
Ci è voluto un po’ di tempo e diverse strategie prima che, in molti capissero la gravità della situazione e decidessero come era stato più volte sollecitato di rimanere a casa. Tanti decreti, e sanzioni più aspre per i trasgressori.
Sono passati già parecchi giorni dalla prima richiesta di rimanere a casa, ed ognuno di noi ha cercato di adattarsi alla nuova situazione provando a cercare le strategie migliori per consumare tempo e spazi condivisi nel miglior modo possibile, anche per l’equilibrio psichico che ha tanto preoccupato la categoria degli psicologi e gli addetti ai lavori della salute mentale, lo hanno evidenziato i casi di maltrattamenti di donne in case in questo periodo, costrette tanto tempo a stare con i loro aguzzini, per esempio.
Facile perdersi in questi momenti di sconforto, ecco perchè sono nate linee telefoniche di sostegno e azioni di supporto alle famiglie grazie a volontari ed operatori.
Stiamo soffrendo tutti, ma certo non possiamo non pensare a chi è in società più debole sia socialmente che economicamente. Le imprese sono in difficoltà, non parliamo poi di coloro che vivevano arrangiandosi, già in tempo di pace. Una nuova macchina di solidarietà si stà attivando con le iniziative del banco alimentare, o la spesa sospesa, a cui invitiamo tutti a partecipare.
I bimbi i nostri bimbi, ci pensiamo? Catapultati nella loro giovanissima età nel mondo dove tutto è sospeso , anche i genitori in questo momento stanno facendo tanti sforzi per non lasciare i piccoli in balia di tristi emozioni.
Le emozioni e i sentimenti in questi giorni sono stati altalenanti ed il viaggio nel nostro mondo interiore è andato alla ricerca dei valori con i quali siamo cresciuti e siamo stati educati, in questi giorni sono emerse le personalità e sono venute giù molte maschere.
Un megafono potente ci ha obbligati a fermarci, affinchè potessimo capire il senso di alcune cose, quelle che abbiamo e potremmo perdere, molte le abbiamo già perse.
La battaglia, non è ancora finita, sotto gli occhi di tutti abbiamo visto i camion con le bare di chi non ce l’ha fatta e non ha potuto beneficiare neanche di un ultimo abbraccio, per chi resta quali saranno le conseguenze psicologiche? Tutti sappiamo quanto sia importante il rito dell’ultimo saluto ai nostri cari,potremmo mai abituarci a questo?.
Dobbiamo andare avanti cercando di mettere in campo le migliori risorse che possediamo o tutto questo non sarà servito a nulla. Lo dobbiamo a noi, lo dobbiamo a chi ci ha lasciati , a chi ogni giorno fa girare comunque la ruota del sistema, lo dobbiamo ai bambini con sorrisi grandi come i loro arcobaleni di speranza, la speranza è rivoluzionaria lo ricordava E. Fromm. Siamo chiamati a fare dei conti anche con la coscienza, non saremo perdenti se abbiamo giocato con la carta della responsabilità, il senso civico e la solidarietà. Questo non è tempo né di polemiche in politica, né nella gestione della cosa pubblica, né di cercare colpe, è il tempo del darsi da fare ciascuno come può.


Questo nostro viaggio dentro di noi stiamo pur certi che ci cambierà come tutti i viaggi sanno fare, qualcuno in meglio, qualcuno in peggio, sarà inevitabile. Non è certo un percorso che avremmo voluto mai conoscere, fatto di paure, ansie, incertezze, ma deve servire a qualcosa tutto questo, a riprendere in mano meglio la nostra vita e i nostri sogni.
Quando usciremo dalla bolla in cui siamo intrappolati, forse capiremo meglio i pesciolini rossi in trappola, che prezzo incredibilie ha il sapore della libertà e potere scegliere, quando tutto finirà, perchè finirà, io ho un grande desiderio correre tanto, il tuo qual’è?….
In copertina un bel lavoro del maestro pittore Antonino Gaeta, attento osservatore del tempo , dei luoghi.
I suoi lavori sono “appunti colorati del tempo che vive” sono tremendamente attenti alle emozioni che trasudano nelle cose e il lavoro scelto in copertina realizzato in grafite su carta ha per titolo l’attesa, rispondeva bene a queste nostre riflessioni. Lo ringraziamo per la gentile concessione.