Abbiamo letto la lunga lettera che il Sindaco di Cefalù , Rosario Lapunzina , ha scritto nei giorni scorsi al Ministro della Sanità , al Capo Dipartimento Protezione Civile , al Presidente e all’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia . Forse sarebbe bastata una nota riservata , inviata soltanto all’Assessore alla Sanità Ruggero Razza , per avere chiarimenti sui tanti dubbi e preoccupazioni espressi dall’Amministrazione Comunale di Cefalù in merito al progetto di realizzare un reparto per i contagiati dal virus Covid 19. Anche e soprattutto per non allarmare ulteriormente la Comunità locale.
Nel rispetto delle competenze istituzionali , era stata del resto la Regione Sicilia ad approvare tale Progetto per prepararsi al rischio di un’ondata di contagi nel Sud Italia , come prospettato da alcuni autorevoli virologi. Ed è con la responsabilità istituzionale e professionale che gli è riconosciuta , che il Presidente della Fondazione Giglio , Giovanni Albano, ha emesso il 25 marzo u.s. un comunicato stampa con cui informava che si stava allestendo “ un’area di degenza al terzo piano , di 40 posti letto che in una fase emergenziale potrà arrivare a 90 posti , con un reparto di terapia intensiva di 9 posti letto, ed uno di terapia sub intensiva con 4 posti letto”.


Il Presidente Albano ha tenuto a sottolineare che il “ Reparto Covid avrà percorsi totalmente distinti e separati da altri reparti , per garantire sicurezza di pazienti e del personale sanitario”. Inoltre , aspetto importante , è la misura a cui sono sottoposti tutti i pazienti in arrivo , con il transito dal pre-triage, con misurazione della temperatura ed altri controlli .
Immaginiamo anche che il Presidente Albano conosca bene con i suoi collaboratori scale, ascensori, vie di accesso , per isolare adeguatamente il terzo piano ove verrà insediato il Reparto Covid 19 , per non mettere a rischio la salute del personale ospedaliero e di altri pazienti ivi ricoverati, nonché dell’intera Comunità, come teme il Sindaco di Cefalù.
Siamo tutti consapevoli che in alcune strutture sanitarie della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna, la situazione dei reparti di terapia intensiva in alcuni ospedali è al limite del collasso; che lo stesso personale sanitario opera in condizioni alquanto precarie , con equipaggiamenti di prevenzione insufficienti , e con turni massacranti. Encomiabile al riguardo la risposta di 10.000 infermieri al bando per la ricerca di nuovo personale da destinare ai reparti Covid. Di questi candidati, il 55% sono donne . Come pure sono da apprezzare e ringraziare tantissimo i tanti medici albanesi, cinesi, cubani, polacchi, arrivati in Italia , in soccorso dei colleghi operanti nelle città maggiormente toccate dal virus.
Vanno inoltre ringraziati non poco i 9 Sindaci del Distretto sanitario 33 che sono riusciti a donare alcuni ventilatori polmonari , da destinare al reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Giglio. Il nostro personale ringraziamento va a loro , per questa manifestazione di solidarietà e di partecipazione , e in particolare vogliamo riferirci al Sindaco di Isnello Marcello Catanzaro, di Gratteri Giuseppe Muffoletto, di Collesano Giovanni Meli, di Lascari Giuseppe Abbate, di Castelbuono Mario Cicero, di Pollina Magda Culotta , di Campofelice di Roccella Michela Taravella , di San Mauro Giuseppe Minutella. Come è da ringraziare chi, a livello personale, come il Dr. Salvatore D’Anna , ex primario dell’Ospedale Giglio , che ha donato un ventilatore meccanico di rianimazione per la terapia intensiva. Un grazie di cuore a S.E. il Vescovo della Diocesi di Cefalù Mons. Marciante per tutto quello che ha fatto e che, certamente , farà .
La pandemia in corso sta mettendo in ginocchio tantissimi Paesi, anche quelli che fino a poche settimane fa si ritenevano immuni da questo contagio. Ritrovare un poco di solidarietà a tutti i livelli non può che essere un fatto umano, doveroso e necessario, rimuovendo barriere psicologiche che difficilmente potrebbero proteggerci da questa drammatica situazione sanitaria , nonché socio economica .


Sono infatti gli scenari sociali ed economici apocalittici che si prevedono per il dopo a preoccupare ancor più. Vorremmo poter sperare che questo momento così difficile passi presto e che le gravi , ineluttabili ferite possano rimarginarsi, facendo leva su un nuovo modello di sviluppo, sostenibile ed inclusivo, che privilegi l’interesse pubblico, che coordini le attività di ricerca e sviluppo, orientandole verso obiettivi di salute pubblica. Per scoprire vaccini e medicine ad hoc servirà un coordinamento internazionale di proporzioni immani. Quello che proprio finora è mancato. Cerchiamo di essere coerenti , nei nostri valori e nei nostri atti, con tali futuri scenari.
(Salvatore Ilardo)
Cefalù, 30 marzo 2020