«Bisogna azzerare il disavanzo di amministrazione che pende sulla testa dei siciliani e che ammonta a oltre 7 miliardi 313 milioni di euro». Lo chiede Vincenzo Lapunzina, coordinatore regionale comitato pro zone franche montane in Sicilia, che per questo ha scritto al Presidente della Regione Nello Musumeci. «Il Covid19 in Sicilia – spiega Lapunzina – inciderà maggiormente nelle aree montane da sempre penalizzate da una errata politica centrale. La Sicilia non deve essere doppiamente penalizzata, prima dal virus epidemiologico e poi dal virus della mala politica». 

Ecco perché Lapunzina chiede di azzerare il disavanzo di amministrazione. «Questo disavanzo sono dei crediti non riscossi dalla Regione Siciliana, la maggior parte dei quali vantati dallo Stato che ha approfittato della mancanza di autorevolezza dei governi regionali che si sono succeduti. La Regione per coprire i mancati incassi negli anni si è indebitata, secondo il bilancio 2018 tale debito ammonta a circa 7 miliardi 511 milioni di euro. Debiti miliardari che i siciliani dovranno onorare». 

Per Lapunzina questo disavanzo è un vero e proprio paradosso perché penalizza i siciliani quattro volte. «La prima per il mancato incasso dei crediti, la seconda perché ci siamo indebitati con le banche, la terza per il pagamento degli oneri finanziari che gravano sull’indebitamento e la quarta perché lo Stato impone alla Sicilia di restituirgli le risorse che non ci ha mai dato». 

Ed ecco perché Lapunzina chiede a Musumeci di azzerare il disavanzo. «Il Covid19 ha azzerato tutte le regole, questa disgraziata situazione dovrebbe infondere al presidente Musumeci quel coraggio che finora non ha avuto inducendolo a imporsi sul governo nazionale. Lo Statuto autonomistico glie ne ha sempre dato la possibilità. In caso contrario ne prenda atto e al termine dell’emergenza ridia la parola a tutti i siciliani che sono, senza distinzione di ceto, esasperati dalla mediocrità della politica».