Teatri

“Costretti” nelle nostre case, privi di quella libertà che ci rende vivi, “aspettiamo” in uno stato di attesa e sospensione mentale, che qualcuno ci dia il via per aprire la finestra, e far entrare aria nuova, aria di cose nuove.


Riempiamo l’attesa, spesso ingannandoci, facendo cose che prima non pensavamo minimamente di fare: Qualche volta ci scateniamo in un ottimismo rivoluzionario, altre, riempiamo il tempo con pensieri carichi di angoscia, paura per quello che ci aspetta in questa crisi economica che l’evento coronavirus ha generato, toccando tutte le classi sociali, chiaramente in modi diversi.


Abbiamo pensato ai più fragili, sin da subito, a quella grande parte della società che fino ad ora ha tirato a campare “arrangiandosi” e che il sistema-società ha comunque inglobato, non volendo vedere.


Ora che l’emergenza ha scoperto maglie di povertà che prima si nascondevano nel caos, caduto il silenzio è emerso tutta una realtà da cucire e si prova a stenti ad aiutare con azioni prevalentemente di solidarietà.


Priorità assoluta sfamare, al Sud specialmente, famiglie cadute in uno stato di precarietà più grave di quello in cui già versavano e mettendo a nudo falle di una società dove restano ancora troppi invisibili.


Tutte le categorie dei lavoratori sono state colpite. Oggi parliamo, però, di una categoria di persone che sta subendo dei contraccolpi durissimi:

Parliamo di chi gestisce teatri, cinema, ristoranti e bar, le catene alberghiere e il settore del turismo in generale.


Anche se domani dovessero dirci che possiamo uscire dalle nostre case, il tutto avverrà con le dovute cautele e con tempi lunghi, dove si proverà a rilanciare un’economia che è stata troppo ferma a causa del coronavirus.


In questa seconda fase, certamente, resteranno indietro cinema e teatri che sono luoghi in genere molto frequentati e dove garantire il distanziamento sociale è difficilissimo.


Il nostro pensiero oggi è rivolto proprio a questa categoria, quella del teatro e dello spettacolo:


Un comparto che sta attraversando un momento molto difficile, come tutti, ma con l’aggravante che c’è la piena consapevolezza che i tempi di attesa per il ripristino della normalità saranno per loro più lunghi.


Non possiamo non pensare alle conseguenze per questi lavoratori, che sono tantissimi, perché spesso lo dimentichiamo.

Ma un teatro è un mondo che fa muovere dentro sé tante maestranze: Pittori, scenografi, addetti alle luci ,addetti al suono, musicisti, attori, segreterie, grafici, addetti stampa… tutte professionalità che in questo momento sono ferme.


Ci sono lavoratori dello spettacolo che fanno questo lavoro solo per diletto avendo alle spalle un’altra professione, ma altri fanno solo questo nella vita e per farlo hanno studiato e studiano continuamente per regalarci un sorriso, un momento di riflessione.


Ci sono imprenditori che per aprire cinema, teatri, hanno dovuto faticare parecchio, hanno investito denaro, risorse economiche ed umane non indifferenti… la macchina organizzativa di questi ambienti è incredibile!


A tutto questo comparto va la nostra comprensione e solidarietà nel sentire la preoccupazione che li attraversa.

Speriamo che gli aiuti previsti dallo stato di emergenza non si dimentichino di queste realtà grosse perché, chi gestisce un teatro od un cinema, ha affitti da pagare, bollette, stipendi dei lavoratori.


Se vogliamo che non si “perdano” dobbiamo sostenerle queste importanti realtà, ora augurandoci che lo stato faccia la sua parte, poi riempendo i teatri e cercando di dare loro nuova linfa e respiro.


Non dimentichiamoci di tutte le volte che con i loro meravigliosi spettacoli i nostri attori, artisti, musicisti per qualche ora ci hanno fatto rilassare, vivere momenti di svago, divertimento, riflessione.


Tutto quello che stà accadendo ci stà cambiando un po’, probabilmente niente tornerà proprio come prima, le tempeste non passano mai senza lasciare segni.

Ma è pur vero che, come qualcuno ha scritto: “Camminando e calpestando strade disastrate insieme a cose da togliere si possono raccogliere anche cose nuove che non pensavamo di trovare”

Il viaggio è lungo e lento, che questa lentezza ci porti verso porti nuovi e non lasci indietro nessuno.


L’arte non può e non deve fermarsi.

Sabrina Miriana