Sui tetti, si festeggia, tutti puntano il dito…proviamo a guardare dentro le cose

Come volevasi dimostrare la media ed alta borghesia si è indignata nel vedere l’arrustuta sopra i tetti, del popolare quartiere dello Sperone, dove tutti abbiamo visto prepotente “la ragione del nulla” esibirsi.
I video nei social hanno fatto un giro veloce delle bacheche, in cui tutti si sono scatenati nel condannare il fatto, usando termini pesanti, come se in quella scena avessero visto l’incarnazione del male che cammina sui tetti di una Palermo dimenticata.
Il fatto è da condannare non c’è dubbio, cosi come è giusto prendere dei provvedimenti seri e immediati, non solo per il fatto in sé, ma anche perchè non ci siano atti di emulazione di un fatto increscioso.
Cosa condanniamo? La trasgressione di tante regole, il non avere ottemperato alla prescrizione del divieto di uscire da casa, l’assembramento, la presenza di tanti minori in un luogo pericoloso per la loro incolumità, la frase del signore che minimizza l’effetto virus, sostenendo che a lui non manca nulla “mangia, beve, ha una pensione” il virus prima o poi andrà via, sostiene, perchè preoccuparsi tanto.
Nell’ascoltare queste parole, dette da un signore che non sembrava tanto “sereno e lucido”, non possiamo che rimanere sbigottiti, quasi increduli a tanta ignoranza e presunzione.
L’immagine che gira di Palermo, ci disturba, perchè la maggior parte dei palermitani è rimasta a casa e si è comportata bene e non si riconosce in quello che è accaduto, non dimeno tutto questo deve non passare inosservato, ma non solo per la trasgressione in sé che ha fatto notizia, ma per tutto quello che stà dietro a questo comportamento.


Proviamo a girare un’attimo il riflettore, e proviamo ad ingrandire il fatto guardando all’aspetto sociale ed umano di ciò che è avvenuto.
Bene, ci troviamo allo Sperone, un quartiere periferico di Palermo ad alta densità demografica, con un’architettura urbana che contempla pochi spazi ricreativi , pochi giardini, quartiere dormitorio con alta densità di disoccupazione, scarsa cultura e logiche di convivenza particolari da decenni.
I video cosa hanno fatto vedere? Per lo più bambini, qualche signora, molte ragazze e giovanotti al di sotto dei venti anni, gli uomini non c’erano a parte uno, il tipo che parlava senza avere contezza di ciò che stava dicendo.
Dov’erano gli uomini?..possiamo provare ad immaginarlo…Bene il fatto increscioso deve si, indignarci, ma deve farci pensare al senso di fallimento, specialmente per tutti gli operatori del sociale, non si è ancora riusciti a fare abbastanza.
Provo ad immaginare la reazione di quegli insegnanti che lavorano quotidianamente con questi bimbi, parlando di regole, legalità, chissà che dispiacere devono avere provato nel riconoscere in quei visi, il volto dei loro alunni e comprendere il fallimento educativo attraverso il non rispetto di quelle regole di cui si parla a scuola, vanificato da un’azione stupida dei loro genitori.
I bimbi che abbiamo visto ieri, li su quei tetti non hanno colpa di nulla, vivono in dimensioni dimenticate, o se non dimenticate, diciamo pure che non si fa mai abbastanza. Non basta il reddito di cittadinanza, o un sostegno economico per cambiare le realtà, lo sappiamo, lo abbiamo sempre saputo, serve altro, serve un’azione capillare e continua di rete territoriale, sinergica che si attivi e non parliamo solo di volontariato, associazzionismo e buona volontà di pochi, perchè questo già si fa, qui deve intervenire la rete istituzionale, tornare nei territori, qui bisogna porsi nuovi interrogativi, la grande madre di Palermo tanto decantata che accoglie e integra si scurdò dei suoi figli dei quartieri popolari? .
Non mi piace la caccia all’uomo, non mi piace chi usa frasi cattive e giudicanti, inviterei questa gente, che ieri si è scatenata sui social a fare un giretto a piedi nei quartieri di periferia, dove abita tanta brava gente, che sa vivere di poco e con dignità, e tanta altra che ha bisogno di essere aiutata culturalmente, socialmente ad uscire da alcune logiche che se non si spezzano si ripeteranno all’infinito, è storia pultroppo. Facciamo scendere in campo i professionisti del sociale, gli artisti che sanno coinvolgere, gente carismatica senza borsetta da saccenti, in alcuni ambienti non servono titoli da esporre “appizzati” dietro le porte, serve gente che sappia fare il proprio lavoro e sappia avere empatia, solidarietà umana, parli un linguaggio semplice, ma incisivo che dia l’idea quanto meno che si può vivere diversamente.
Smettiamola di giudicare, piuttosto questo evento triste di una Pasqua anomala, ci faccia riflettere su cose che dimentichiamo, Palermo non è solo centro storico, è poi a tutti quelli che hanno additato rivolgo un pensiero, caro signor che punti il dito ora che ti sei sfogato, prova anche tu a fare qualcosa per il tuo prossimo che vive a qualche centinaio di metri un po’ più lotano dalla tua bella casa confortevole con alberi e giardini vicini, li non c’è nulla, nonostante la buona volontà, su molte cose siamo ad anno non dico zero, ma uno.Mi è dispiaciuto vedere gente che si dichiara solidale, parlare usando una parola che è stata più volte detta “bestie”, queste persone non sono “bestie” come avete scritto con rabbia, sono persone, vanno aiutate, e se non ci siamo riusciti a farle migliorare queste persone, la colpa è di tutti, abbiamo assistito ad uno spettacolo di “ignoranza” mal costume, proviamo a ragionarci su.
Mi rifiuto di pensare che non si possa ancora fare qualcosa, i bambini, salviamo i bambini, loro non hanno colpa!.
Danilo Dolci sciveva “ciascuno cresce solo se sognato!”.

Sabrina Miriana