Giuseppe Conte, Italian Prime Minister waits for Donald Tusk, President of EU Parliament in Palazzo Chigi, Rome, Italy, 20 June 2018. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Senza dover scomodare Molise e Basilicata, è ormai evidente come il Coronavirus sia ancora molto pericoloso in alcune zone del nostro Paese e molto meno in altre. Se facciamo infatti riferimento al bollettino fornito dalla Protezione Civile – certo non esatto, ma indicativo della diffusione del virus – notiamo che in alcune regioni l’aumento del numero dei contagiati è prossimo allo zero. Parliamo in particolare di Sicilia,Valle D’Aosta, Umbria, Calabria, Sardegna, Molise, Basilicata, e Friuli Venezia Giulia. Nel Lazio e in Campania, dove la densità di popolazione è più alta soprattutto nelle grandi città, il numero di casi registrati è relativamente basso.

Va da sé che mettere sullo stesso piano la Lombardia (72.889 casi totali con un aumento di 920 nelle ultime 24 ore) e la Calabria (1.089 casi totali con un aumento di 1 nelle ultime 24 ore), sia una scelta quantomeno discutibile. In Cina, ovvero nel Paese in cui tutto è cominciato, la provincia dell’Hubei, quella che ha come capoluogo la famigerata Wuhan, è stata l’ultima a riaprire e ci vorranno ancora mesi prima di un suo definitivo ritorno alla normalità.

Paradossalmente, la regione che spinge di più per riaprire è quella che alla riapertura non dovrebbe ancora neanche pensare lontanamente, ovvero la Lombardia degli “indomiti” Fontana e Gallera. I motivi di questa illogica frenesia sono almeno due: il primo è che al suo interno vi sono alcune delle aree più industrializzate del Paese, grandi interessi economici che premono per tornare a produrre, il secondo è meramente politico, e riguarda lo scontro sempre più aspro tra maggioranza e opposizione.

Riaprire gran parte del Paese, tenendo chiusa la Lombardia, farebbe scattare immediatamente una campagna mediatica all’insegna del vittimismo da parte di Matteo Salvini, che malgrado gli oltre 13mila morti e le immagini dei camion dell’esercito che portano via le bare di Bergamo ancora nitide nella memoria, denuncerebbe una “ritorsione” del Governo Conte contro la regione a guida Carroccio. Una polemica strumentale, come d’altronde lo sono tutte le polemiche montate dalla Lega e dal suo leader, che servirebbe solo a cercare di mascherare i conclamati disastri della sanità lombarda.

Il governo dovrebbe avere il coraggio di dire con forza che la Lombardia dovrà essere l’ultima regione ad aprire, allentando o eliminando del tutto il lockdown nel resto del Paese, ovviamente con i dovuti distinguo fatti in base alle indicazioni degli esperti. Dovrebbe liberarsi da una certa sudditanza psicologica verso quel nord che in questo frangente non ha certamente brillato e lasciar correre le farneticazioni di questo o quel leader stagionale.

Fonte tpi.it