Tania Dalila Chirchirillo, 22 anni, di Altavilla, una grande passione per la pittura.
Il 28 febbraio, racconta con emozione, di avere ricevuto dalla redazione di Corriere dell’Arte una email in inglese davvero inaspettata. Navigando sul web la redazione del giornale era rimasta colpita dalle opere della giovane artista siciliana, tanto che le proponevano di partecipare ad una mostra in programma in Umbria, a Gubbio.
Credo – dice Dalila – che il contatto sia avvenuto tramite la mia pagina instagram eallo_art dove pubblico le foto dei miei lavori e nella quale avevo indicato il mio indirizzo di posta elettronica.
La mostra umbra sfuma e il 15 aprile la rivista d’arte contatta di nuovo Dalila Chirchirillo chiedendole, dietro il versamento di un contributo di essere presente ad una mostra online dal titolo “Lights for the future” incentrata sull’impatto sociale dell’attuale situazione pandemica, ma anche sugli squarci di luce che sembrano profilarsi dal futuro. Importante l’assicurazione che il 10 percento del ricavato sarebbe stato devoluto in beneficenza per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Dalila Chirchirillo decide allora di partecipare con due opere alla mostra (foto).


La prima opera dal titolo “Dove andrò?” realizzata – racconta l’artista – nel gennaio 2020, quando la pandemia sembrava una realtà a noi lontana; esprime le incertezze di una giovane donna sul suo futuro, la parte sinistra del viso è perfetta, indica ciò che la società si aspetta da lei e il modo in cui viene vista dall’esterno (le vite degli altri sembrano sempre perfette viste da fuori, ma sono solo una vetrina, ciò che il singolo lascia trasparire di sé); la parte destra del volto, che indica un modo di vedersi interiorizzato, è formata da cocci, che stanno ad indicare la ricerca profonda di sé, la donna si interroga su chi sia e provando a ricomporre i cocci cerca la strada che la porti alla realizzazione di una vita felice.
Ed ancora: gli occhi – sottolinea Dalila – esprimono l’angoscia di questa continua ricerca; la mano sulla bocca è relativa ad una sofferenza che non si riesce a comunicare e rimane all’interno del soggetto, mentre i denti di leone esprimono l’essere della donna, che rimane invariato dinanzi al mutare della vita, la sua anima che è tra i cocci.
Il dipinto è stato interpretato dagli autori della mostra in chiave di incertezza sul futuro, la mano in bocca/mascherina come simbolo dell’attuale sofferenza cagionata dalla pandemia.
Il secondo quadro dal titolo “vaso di fiori” è stato realizzato nel marzo 2020, in piena situazione d’emergenza.
Esso – spiega l’autrice – raffigura un abbraccio, il bisogno di relazionarsi con gli altri caratteristico dell’essere umano; la firma è posta al contrario perché se capovolto a primo acchito si ha l’illusione che si tratti di un vaso di fiori alla rovescia. Emerge, pure, il desiderio che torni a fiorire la vita intesa come vita non solamente fine a se stessa.
La mostra ha avuto inizio il 15 maggio 2020 e Tania Dalila Chirchirillo è l’unica italiana a partecipare, insieme ad artisti provenienti da ogni parte del mondo, dimostrazione del fatto che “siamo tutti – dice Dalila – parte di una stessa umanità, un’umanità che ha voglia di tornare a fiorire!”.