Nei giorni scorsi il sindaco di Castelbuono Mario Cicero ha inviato una lettera a tutti gli organismi sovracomunali, compreso l’Unione dei Comuni delle Madonie, di cui mi onoro essere il presidente, per chiedere un confronto sulla problematica mafia che nell’ultimo periodo ha interessato le Madonie.

Una idea condivisibile considerato le vicende che sono state raccontate dalla stampa, gli arresti che si sono registrati e i possibili scenari che vengono descritti che sicuramente non possono essere definiti “fenomeno delinquenziale”. Aggiungo che sono pronto, in qualità di presidente dell’Unione a farmi promotore di ogni possibile iniziativa di riflessione e di confronto per stabilire strategie e azioni da compiere per contrastare ad ogni livello il fenomeno mafioso.

Apprezzo quindi l’idea del collega Mario Cicero ma non accetto le sue accuse tra le righe. Quasi che il nostro “assordante silenzio” (scrive Cicero) e il non fare proclami e convegni su questo tema sia motivo di connivenza. No! Non sono d’accordo. Io prendo posizione ogni giorno a favore della legalità con gli atti che firmo, con le azioni che compio e come me tanti altri sindaci delle Madonie. Ecco perché mi sono preso la briga di scrivere questa nota perché non è corretto creare un clima di tensione tra i rappresentanti delle istituzioni o screditare l’operato di quest’ultime.

Non e leale scrivere, come ha fatto Cicero, che nel dicembre del 2017 l’allora presidente del Consiglio dell’Unione Pier Calogero D’Anna si è sottratto ad un confronto richiesto dallo stesso Cicero, alla luce dell’operazione denominata Black Cat, dimenticando o ignorando che nei giorni precedenti alla sua richiesta, come testimoniano gli atti e conferma Pier Calogero D’Anna, l’Unione delle Madonie aveva approvato il patto di integrità (legge 190/2012) per rafforzare la strategia di prevenzione della corruzione in materia di affidamento ed esecuzione dei contratti di appalto e di concessione di lavori, servizi e forniture. Una scelta che ha seguito un percorso fatto di convegni ed incontri dove si sono affrontati temi e strategie volte a contrastare illegalità e infiltrazioni criminali nel governo della cosa pubblica. Tutto ciò per dire che non siamo stati con le mani in mano.   

Personalmente non sono contro le manifestazioni pubbliche e quando ce n’è stato bisogno, per esprimere la propria vicinanza a chi ha subito intimidazioni o fatti incresciosi, sono stato in prima linea così come altri ma mai per apparire. Oggi, come ieri e come anche domani, non possiamo abbassare la guardia e i fatti che di tanto in tanto vengono fuori, grazie alla stampa, ci devono mantenere in allarme perché il nostro territorio non è una isola felice e non lo è mai stata. Basta ricordare qualche affermazione di Falcone o alcune vicende che hanno visto il territorio delle Madonie intrecciarsi con l’alta mafia per rendersi conto che le cronache di questi giorni non sono un caso. Non credo quindi, come teme Cicero, che ci possa essere qualcuno, qualche figura istituzionale, che possa affermare che la mafia nelle Madonie è un invenzione. Allo stesso tempo all’antimafia parolaia preferisco l’agire quotidiano.