In un bene confiscato alla mafia, oggi sede di un’associazione, Tconzero che stà provando a dare un nuovo volto a questo luogo, che ha ospitato in passato la mala vita, nel cuore della Palermo che era un tempo una distesa di arance e limoni, Antonella Madonia ha presentato il suo libro “ I cassetti dell’anima” edito dalla casa editrice Quanat.
Presenti all’inaugurazioni tante personalità tra cui il consigliere comunale Giulio Cusumano, che ha curato la prefazione del libro e tanta bella gente che ha mostrato sensibilità ed affetto raggiungendo villa Brasca, in un caldissimo pomeriggio di luglio per ascoltare una storia, una storia di rinascita.
Giulio Cusumano nella presentazione, ha più volte ribadito questo felice sposalizio, villa Brasca viene restituita alla brava gente, il libro è la rinascita dopo una vita di travagli e scelte non facili.
La protagonista del libro di Antonella Madonia è una donna che si racconta, con semplicità, nel suo percorso di vita sentimentale ed umano, in cui conosce la triste esperienza del fallimento di un matrimonio, in cui l’amore sembra essere stato presente solo a tratti, sebbene abbia generato tre meravigliosi figli, la difficile decisione della separazione, la sensazione di abbandono e la tremenda esperienza dell’elaborazione del lutto.
Ogni storia che finisce richiede una elaborazione, un cammino, che non è mai facile da percorrere, poiché subentra la solitudine, lo smarrimento, la frustrazione del fallimento.


I figli, gli affetti, gli amici, il lavoro, divengono ancore importanti,
Proprio quando sembra che la vita ti voglia offrire una seconda opportunità di felicità, Marta conosce una nuova delusione, un’incontro dai contorni indefiniti.
Dopo il dolore chi non sarebbe “affamata” d’amore? Ed è proprio questa fame che spesso ci rende vulnerabili, ciechi d’innanzi alle avvisaglie di tutti quei micro segnali che ci avvertono che qualcosa nella relazione non funziona, ma la paura di sbagliare dinuovo spesso ostacola le scelte sagge, troncare subito il nascere di qualcosa che può farci del male o tornare a farci del male, come nel caso di Marta.
Che nessuno pretenda di conoscere la strada corretta giudicando, quando ci si innamora tutto si complica, i colori perdono la loro nitidezza quando si tratta di prendere decisioni, tutto appare tremendamente complicato, mentre agli occhi degli altri è cosi semplice “lascialo/a”.
Marta conoscerà l’umiliazione fisica e psicologica, vivrà momenti di tormento interiore, descritti bene nelle pagine, ma riuscirà alla fine a vincere una battaglia difficile, quella con se stessa.
Comprenderà che la solitudine per quanto possa logorare, non sarà mai cosi brutta quanto la solitudine dettata dal non amore e il non rispetto.
Di amore malato si può morire, non si devono giustificare insulti, botte, tradimenti, in nome di un amore finto, la mente è cosi complicata da non comprendere essa stessa le decisioni che prende.
Interessante l’intervento durante la presentazione del libro della dott.ssa Vinciguerra, che ha delineato alcuni aspetti psicologici che generano alcune incapacità di comprendere i segnali del male e prendere subito provvedimenti per arginarli.
Un invito alla lettura di questo tascabile, che è un ventaglio aperto alla riflessione ed introspezione interiore, un’invito ad amare se stessi un po’ di più, un invito a chi giudica il cammino degli altri a non essere frettolosi ma a comprendere , sostenere chi ha bisogno di aiuto nei momenti di fragilità.
Il libro ha una copertina realizzata dalla pittrice Patanella, donna sensibile che in questo lavoro raffigura una donna vestita di rosso, ritratta di spalle, è una donna in movimento in uno sfondo nero, tutto il male che ha subito ed attraversato, il rosso fuoco è la passione che anima la vita , che non può e non deve spegnersi qualunque cosa accada.

Sabrina Miriana