DAL 12 LUGLIO AL 12 SETTEMBRE A PALERMO
LE OPERE DELL’ARTISTA ESPOSTE IN OCCASIONE DELLA BIAS 2020 –
BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE SACRA DELLE RELIGIONI E DELL’UMANITÀ

L’esposizione transnazionale promossa e voluta dalla
Fondazione Donà delle Rose, da WISH-World International Sicilian Heritage, dalla Marina di
Sant’Elena e dall’artista Rosa Mundi, è ormai giunta alla sua terza edizione. Distribuita in luoghi straordinari del mondo, la Biennale Internazionale d’Arte Sacra delle Religioni e dell’Umanità,quest’anno sta toccando in più tappe città e palazzi storici di Venezia, Palermo, le colline del Valdobbiadene, Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani, Galzignano e le Terme, il Parco monumentale Giardino di Valsanzibio, il Castello di Morsasco, Merigar ed Arcidosso, Roma, Taormina, Messina,Salina, Erice, la Fondazione Orestiadi di Gibellina, Marsala, Castelvetrano e Selinunte, Il Cairo, la Penisola del Sinai Nuweba Raisatan Dahab, lo Shang Shung Institute Adeje Spain, lo Shang Shung Institute Italy Arcidosso Merigar, Barcellona e San Pietroburgo.
Per il tema 2020 THE TIME OF THE GAME, THE GAME OF THE TIME il Comitato Curatoriale di
Selezione ha scelto un centinaio di artisti provenienti da tutto il mondo, valutandone il progetto laboratoriale, il percorso, l’opera finita e la sua collocazione nell’ambito dell’esposizione.
Dopo la preview di Venezia, Padova e Marsala, in mostra a Palermo fra le opere selezionate di affermati artisti internazionali, troviamo quelle della pittrice Gabriella Lupinacci che nel
2020 celebra anche i suoi 50 anni d’arte. L’artista con oltre 150 mostre realizzate sul territorio nazionale, in Europa ed in America, torna per la seconda volta ad esporre per BIAS. La sua partecipazione a rassegne internazionali testimonia la sua intensa presenza nel campo artistico.
A fare da sfondo ai suoi dipinti, gli interni del Loggiato di San Bartolomeo, una delle principali sedi espositive di BIAS, che fino al 12 settembre accoglierà l’attesa manifestazione in città. In questa cornice singolare, trovano spazio opere intrise di ironia, di denuncia, di idee filosofiche e sottile protesta verso i poteri forti.


Dai quadri di Gabriella Lupinacci emergono riflessioni esistenziali, attraverso le quali l’artista
veicola messaggi immediatamente intellegibili, restituendoli sulla tela con stili e tecniche
pittoriche diverse. Le sue opere sono lo specchio di una pittura ricercata, sperimentata.
Un’esigenza espressiva, un linguaggio attraverso cui trasmettere le proprie idee, esperienze,
impressioni e stati d’animo per un pubblico senza filtri. Le opere dell’artista, inserite nei padiglioni filosofico, induista e scientifico, fanno parte del progetto “Religione, pensiero e scienza nel vorticoso gioco del tempo”.
Tre dipinti suggestivI, l’uno diverso dall’altro, nelle quali è forte la capacità di denunciare e di far riflettere.
C’è AsphyxiA (opera con tecnica mista, realizzata con materiali plastici di riciclo), dove la lotta di sopraffazione, di speculazione, di distruzione del pianeta, sembra incombere ogni giorno di più. Uno specchio dell’oggi dove gli elementi fondamentali della terra
appaiono minati. L’equilibrio delle sue componenti è violentato dall’incuria materiale umana.
Che epilogo avrà il gioco del tempo per l’uomo? L’artista percepisce che la sabbia della clessidra a disposizione per il gioco della vita, sta finendo. L’inesorabile scorrere del
tempo ci induce a prendere coscienza di ogni nostra azione sul creato, perché il gioco adesso non è più divertente. Il problema si fa arte, materia che pulsa per
soffermarsi a riflettere.
Ordine e disordine dentro una suggestione immaginativa, suscettibile di essere arricchita o
reinterpretata.
Lo stesso avviene ne iL GiOCO DELLA TRAsFiGURAZiONE (dittico con tecnica mista), in cui l’umanità viene rappresentata con figure stilizzate, non definite, anime in viaggio distanti dalla dimensione spazio – tempo, nel tentativo di elevarsi ad un’altezza tale da poter
vedere sotto di sé l’intera bellezza delle gioie vissute. Eppure la condizione umana
continua a essere distante anni luce da tanta beatitudine.
Il viaggio attraverso le opere della Lupinacci si conclude con un messaggio di positività e speranza.
Ci arriva dalla spiritualità induista che pone le basi per una contaminazione culturale in aiuto al mondo della globalizzazione. Parte da un credo che più che religioso è un modo di vivere,
un’ortoprassi: l’insieme delle leggi etiche che promuovono la pace, la crescita e l’armonia tra gli esseri.
E’ la TRimURTi, nel quale Brahma, Vishnu e Shiva
sono raffigurati all’interno di quell’Unico, di quel centro
della ruota che è l’Essere, dove non è dato distinguere il
principio dalla fine, un’unità priva di rotture e spigoli
vivi. Dal cerchio, simbolo di eternità e perfezione, si
espandono i raggi del sole, insieme potere maschile e
principio femminile materno. Le divinità hanno volti
femminili segno che la coscienza maschile è impotente
senza l’energia femminile. Un gioco di sovrapposizioni
simboliche, una magica fusione, la visione goliardica del
mondo che dal punto di vista dell’eterno significa vedere
le vicende umane e della natura come un grande
passaggio, come nulla fuorché pensiero, ricettacolo del
tutto.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 12 settembre.
www.gabriellalupinacci.com
https://www.bias.institute/bias-2020/
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