“Basta, basta” urla in un video Fabrizio Ferrandelli che dà voce in un video accorato allo sgomento che ieri hanno vissuto molti palermitani intrappolati nelle piscine della morte Neanche se mettessimo in un mosaico, tutte le parole di sconforto che da ieri sera sono state pronunciate nei social, nei telegiornali, nella stampa potremmo mai veramente esprimere la sensazione di profondo sgomento e sconforto di chi ieri in prima persona si è imbattuto involontariamente in una “tragedia” che nessuno di noi si aspettava in una Palermo tiepida, nell’animo, che provava a modo suo a festeggiare con toni smorzati la sua santuzza. Erano circa le 16.00 quando il cielo si è rabbuiato, annunciando di li a poco una pioggia che tutti, aspettavamo come felice dono per riportare un po’ di freschezza nell’aria, pulire le strade sporche ed infuocate dal caldo e sporcizia che regna ormai da tempo in città, quando tutti, dopo i primi commenti felici abbiamo capito che la portata dell’acqua che cadeva giù era copiosa e pericolosa. Il primo pensiero per chi era a casa, era quello di sentirsi fortunato di non essere in strada e poi il pensiero ai propri cari, agli amici perchè stessero bene. Nel giro di poco tempo i social sono stati inondati da video da paura, che raccontavano una città che sembrava stesse affondando, viale Regione, un fiume in piena e tra i tanti video riconosci l’appello accorato di un’amico, di un personaggio pubblico, che racconta con lo sguardo impaurito, ma con una grinta ed una rabbia addosso, di essere appena scampato a qualcosa di brutto

. Lui è Fabrizio Ferrandelli, l’uomo che parla e che racconta la fuga dalla macchina in pieno viale Regione Siciliana, con due bambine piccole da portare in salvo, la difficoltà nel panico ed in mezzo all’acqua di liberare le piccole dai seggiolini , la paura negli occhi , il soccorso di una famiglia che da lontano vede la scena e offre ospitalità, una casa, un riparo dove trova conforto insieme alle sue bimbe. Fabrizio, appare sconfortato, la macchina non sa che fine abbia fatto, parla di assenza di soccorsi immediati e sottolinea la solidarietà umana che si è creata tra quanti erano con lui in difficoltà, paura, sconcerto nelle sue parole di denuncia di inefficenza della macchina degli aiuti nell’immediato, un elicottero arriva solo dopo parecchio tempo. Non c’è dubbio che l’evento lo possiamo classificare tra quelli “straordinari” nessun allerta era stata data, ma è pur vero che i sottopassaggi di via Regione Siciliana lo sappiamo tutti che sono una trappola tutte le volte che a Palermo piove, la scarsa manutenzione dei luoghi, della gestione dei rifiuti, che abbiamo visto ieri galleggiare come pesci morti, l’incuria per una organizzazione efficiente del deflusso delle acque è una cosa che conosciamo da tempo. I social si sono scatenati dando la caccia al responsabile e responsabili, il fatto è che ci sono stati dei morti, che ci sono persone che hanno perso le loro macchine e chi ha avuto allagato le case etc, danni ingenti a persone e cose. Il bilancio è che è stato un gran “guaio” “disastro”, si poteva evitare? Nessuno può prevedere eventi eccezzionali, ma di certo questo lassismo che si nota nella gestione della cosa pubblica è un fatto ormai arcinoto, non possiamo aspettare sempre gli eventi catastrofici per dare una sferzata ad un percorso amministrativo che non funziona, le domande da farci sono? Il piano di emergenza della città come funziona? Chi si occupa della manutenzione? Perchè non è stato subito inibito l’accesso a quelle che Ferrandelli chiama le “piscine della morte” . Ai palermitani dobbiamo ricordare anche maggiore rispetto per la propria città, avendone cura, il disamore e la tendenza a dare la colpa sempre agli altri non produce nulla di buono, dobbiamo essere prudenti, anche con le tastiere che lanciano troppo facilmente sentenze. Palermo è una città che continua a viaggiare su binari con velocità differenti, progetta, senza fondamenta.

Abbiamo buttato cemento laddove non doveva esserci, abbiamo accettato con il silenzio di essere sommersi dai rifiuti, Fabrizio urla nel video “basta” “basta” è ora che paghi chi deve pagare, un’appello forte e accorato non solo di un’ uomo impegnato in politica da anni, ma di un padre che ha visto la paura negli occhi delle sue bimbe e come lui, tanti altri papà, meno noti al pubblico che hanno tremato e con loro le loro famiglie. Nessuno escluso, mettiamoci tutti una mano sul petto e proviamo ad usare il buon senso. I morti non tornano in vita, nel giorno della santuzza questo “diluvio” arriva come un rimprovero forte, sul senso civico e morale con il quale conduciamo le nostre vite, una riflessione per quanto facciamo realmente per la nostra città e cosa pubblica. È ora di finirla!. Caro Fabrizio, spero che tu oggi con le tue bimbe stia bene, che stiano bene tutti coloro che ieri erano li, noi smarriti ed increduli siamo stati spettatori di una tragedia, miracolati tutti quelli che per puro caso ieri eravamo a casa. In copertina foto dal web.