Presentazione del romanzo “Il Frate e la Rosa” all’Agriturismo “La Manna di Zabbra”, Pollina – di Gabriele Bonafede
Interverranno:
Marzia Snaiderbaur, Stefania Sperandeo, Antonio Riolo
Sarà presente l’autore
Pollina, Contrada Zabbra, 90013 (a metà strada tra Pollina e Castelbuono) Tel. (+39) 339 632 8555
Mappa e informazioni: http://www.lamannadizabbra.com/
Ingresso libero. A partire dalle 20.00 è prevista cena a pagamento nel ristorante dell’agriturismo “La Manna di Zabbra”. In caso di permanenza a cena, è consigliata la prenotazione per telefono.
Il romanzo:
Un frate di origine africana e una ragazzina miracolosa arrivano a Palermo in una giornata particolarmente afosa. Sembrano usciti dal passato o da un altro mondo. Ne succedono di tutti i colori. Lo si può definire un “giallo storico”, dove la difficile ricerca dell’assassino prende una piega inaspettata, portando investigatori, protagonisti e personaggi in un mondo quasi surreale fatto di ricordi impossibili, di secoli passati, di nodi irrisolti tra memoria, presente e futuro.
È soprattutto un viaggio goliardico e mistico al tempo stesso attraverso Palermo e, di riflesso, l’Italia. Un Paese che presto sarà travolto dalla pandemia del 2020 nel bel mezzo di bufale e correlate follie collettive.
Perché a Pollina? «Perché uno dei personaggi (assolutamente fantasioso) è pollinese. E anche se non è uno dei protagonisti principali, ha un ruolo particolare nel corso del racconto…». afferma l’autore.
Commenti da recensioni:
«Un romanzo profetico. Tra Umberto Eco e il commissario Montalbano. Storie di altri tempi, compresi i futuri, Sorprendente» (Giovanni Rosciglione)
«…”ll Frate e la Rosa” non è solo risate, ironia e paradossi. È soprattutto un fantastico volo su Palermo e i suoi abitanti, un fantasioso viaggio nella storia della città. Un’immersione nei vicoli e nelle strade della Palermo antica che rivive attraverso alcuni dei suoi più famosi personaggi. È un racconto che scorre dall’oggi ai secoli scorsi, ma anche al contrario. Un rimando continuo dal passato remoto all’attualità che trova il suo giusto mix in un finale sbalorditivo. Troviamo, quindi, l’inquisizione spagnola e la brutalità della mafia, gli antichi riti religiosi e l’opportunismo dei politici di oggi, l’ingenuità dei giovani e le oscure trame degli adulti…”
“… un gigantesco e mirabile groviglio che si ricompone e riunifica a poco a poco, per culminare nell’esaltante finale..»
(Giovanni Burgio)
Cosa ne dice l’autore, in occasione di presentazioni avvenute a Palermo:
«I festeggiamenti per la Santuzza quest’anno sono in versione ridotta – commenta Gabriele Bonafede – a causa della pandemia di coronavirus. E dunque vorrei lanciare una nuova idea per future edizioni del Festino: non solo spettacoli ma anche eventi legati alla letteratura sulla storia di Palermo. Insomma, per il futuro, anche un “Festino Letterario” che accompagni le tipiche manifestazioni di piazza e gli spettacoli nei giorni precedenti al 14-15 luglio. Che sia di riflessione sulla storia, le tradizioni, i temi storici, architettonici, culturali e religiosi della nostra città. Tanto più partendo da questo mio nuovo racconto che, parlando in qualche modo di San Benedetto il Moro e Santa Rosalia, è una riflessione su temi attuali: le reazioni sociali alle epidemie, le difficoltà di vivere in epoche dove l’informazione ha evidenti problemi, l’autocritica sulla società del XXI secolo e molto altro. Il tutto con il massimo dell’ironia. Non è un romanzo “pesante”, nonostante i temi, anzi. Chi lo ha letto lo ha trovato molto divertente».