Continua a crescere il circuito turistico regionale “Bella Sicilia” e lo fa rispettando il principio  basilare di mettere insieme località siciliane  belle ma soprattutto “vive”. Per farne parte, infatti, non basta avere sul territorio un bene monumentale artistico o religioso di particolare pregio ma l’amministrazione deve dimostrare capacità di creare “vita” intorno ad essi, eventi, attrazione, itinerari, iniziative di sprone per migliorare anche la vivibilità e l’accoglienza del paese, dice Michele Isgrò coordinatore regionale dell’ambizioso circuito Bella Sicilia, “in termini di visibilità contiamo numeri importanti, già  il solo riferimento che arriva dai post pubblicati sui nostri social, ci consegna il dato di circa quattro milioni di visualizzazioni per ogni settimana. A questo si aggiunge l’azione mediatica cartacea e televisiva”. Tutto questo ci dà responsabilità e non poco in quanto presentando una località, ci assumiamo l’onere di indirizzare un potenziale turista verso un’offerta che deve rispondere alle attese e ai criteri delle schede di Bella Sicilia”.

Geraci Siculo ne è un esempio,  piccolo ma importante paese delle Madonie, in qualche modo è stato crocevia della storia, delle conquiste delle egemonie, o per dirla in termini più attuali “della vita politico-amministrativa” della intera Sicilia. Un comune non “adagiato” sugli allori. L’Amministrazione è guidata dal Sindaco Luigi Iuppa il quale interpetra a pieno il carattere dei Geracesi, semplici, puliti d’animo, sinceri, rispettosi, attaccati al loro paese e soprattutto operosi.     Il paese fa parte anche dei Borghi più Belli d’Italia e dei Comuni Fioriti d’Italia.  La prima sensazione che si avverte arrivando o solo transitando per Geraci Siculo è quella di estremo ordine e pulizia.  In tal senso ogni anno l’amministrazione lancia un concorso comunale per abbellire vicoli  e quartieri con fioriture. Proprio in questi giorni si è tenuta la premiazione dei cittadini più virtuosi. Un evento di forte richiamo è la “Giostra dei Ventimiglia” rievocazione storica della presenza della nobile e potente famiglia italiana dei Ventimiglia. Di particolare interesse anche la suppellettile liturgica custodita nel museo ecclesiastico parrocchiale tra cui un reliquiario della metà del trecento realizzato da un orafo pisano su commissione di Francesco Ventimiglia.

Chissà come sarebbe cambiata la storia della Sicilia se proprio a Geraci non ci fosse stata la disfatta. Una storia avvincente quella della morte di Francesco dei Ventimiglia e con esso dell’egemonia della potente famiglia. Merita sicuramente un approfondimento ma sintetizzando si riassumere in questi punti chiave:  Francesco Ventimiglia succeduto al nonno Enrico aveva determinato una forte espansione territoriale della famiglia arrivando a conquistare terreni fino all’attuale Castelbuono dove fece edificare il Castello. Poi arriva il matrimonio con Costanza Chiaromonte che però venne ripudiata perché non poteva avere figli quindi eredi. Decisione che provocò le ire di Giovanni II Chiaromonte fratello di Costanza, seguirono scontri che portarono Francesco a fuggire a Napoli. Successivi eventi portarono il Sovrano Pietro II ad una condanna a morte per tradimento, seguirono scontri fino all’assedio di Geraci. Francesco di Ventimiglia rimasto debole nella sua dimora decise di chiedere aiuto ai suoi vassalli che però nel frattempo non erano più disposti a morire per lui, a quel punto decise di uscire dal castello e secondo la leggenda piuttosto che morire per mano dei nemici, preferì spronare il suo cavallo e lanciarsi nel vuoto da un’altura. 

In quel preciso punto nel 2014 è stata inaugurata una passerella in sospesa nel vuoto completamente in vetro, ivi  compreso il pavimento che permette di osservare tutta la vallata madonita completamente sospesi vuoto anche da sotto i piedi.  Per ulteriori info: [email protected]