Vivere meglio passa anche dal grande schermo e in occasione della 77° Mostra del Cinema di Venezia, Elle esce edicola con un numero tutto dedicato al cinema al femminile.

Con il numero di Elle comincia per il settimanale diretto da Maria Elena Viola un periodo dedicato a raccontare e supportare il cinema. Molto più di una passione, per Elle il cinema è parte integrante di “Vivere Meglio”, l’impegno preso da Hearst con i propri lettori e partner dove le emozioni che proviamo di fronte al grande schermo giocano un ruolo fondamentale a maggior ragione in un momento complicato come quello che stiamo vivendo.
Il numero nasce in occasione della Mostra Cinematografica di Venezia dove dal ‪2 settembre‬ Elle sarà coinvolta per raccontare il festival quotidianamente attraverso Elle Daily ( in formato digitale), un’occasione in più per sostenere il cinema, con l’ottimismo di chi sa bene quanto lo schermo di una sala cinematografica sia una parte irrinunciabile della nostra vita.
Il numero Elle speciale cinema, di cui Piera Detassis, editor at large Cinema e Entertainment di Elle, ricopre per l’occasione il ruolo di guest editor, è dedicato fin dalla copertina alle donne, un modo anche per rimarcare come questa edizione della rassegna cinematografica sia tra le più femminili di sempre.
Sedici volti di donne protagoniste del cinema italiano introducono l’articolo “Donne in mostra” che fa il punto su, film, soggetti, interpreti, e registe impegnate a raccontare il ruolo femminile la società contemporanea e le donne che hanno contribuito a costruirla. Una di questa è Susanna Nicchiarelli protagonista del suo “Miss Marx” biografia della figlia del fondatore del socialismo. La regista mette dietro l’obiettivo un personaggio poco conosciuto, infelice paladina dell’emancipazione femminile, vittima di un marito che la umiliava e i spiega nell’intervista con Elle come “La liberazione passa attraverso la relazione con il proprio compagno. Chi lava i piatti? È una scelta politica”
Al centro dello speciale un’inchiesta davvero spettacolare: 20 talent del cinema italiano e internazionale che raccontano perchè non possiamo fare a meno del grande schermo.Kristen Stewart confessa che le manca la sensazione di stare ” gomito a gomito” con gli altri spettatori e che i primi film che vedrà all’apertura delle sale sono “American Beauty e Les parapluies de Cherbourg”. Gal Gadot sceglie invece “Punto di non ritorno, per far capire che possiamo ancora cambiare il destino dell’umanità”. “Vado al cinema come se affrontassi un esame – confessa Tom Hanks – ho 64 anni e, più invecchio, più mi sento messo alla prova dai film che giro e dai film che vedo”. Pedro Almodóvar, dice di non riuscire a immaginare un paese senza più sale cinematografiche. “Sarebbe come vivere in un deserto”. Ralph Fiennes ricorda la sua prima volta “con la mia prima ragazza. Mi manca anche il buio del teatro, scrutare negli occhi il pubblico della prima fila sarà bellissimo dopo tutto questo tempo”. Scarlett Johansson confessa che “La cosa che amo di più del cinema sono i popcorn”. “Quelle due ore le davamo per scontate. – riflette Kenneth Branagh – e invece, solo adesso capiamo quanto fosse importante vedere un film al cinema.”. “Sono certo che torneremo in sala perché è un’esperienza che lo streaming e la televisione non possono sostituire – dichiara lo scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo – Guardare un film assieme agli altri è diverso che farlo da soli o con pochi amici: una sala intera che ride fa un altro effetto. Il cinema è l’unico luogo in cui queste emozioni si vivono collettivamente, ed è questo che mi è mancato durante il lockdown”.


Tra le altre testimonianze quelle di Finn Wolfhard, Giorgio Diritti, Federico Russo, Lin-Manuel Miranda, Brooklynn Prince, John Washington, Elizabeth Debicki, Judd Apatow, Chris Pine, Amy Adams, Mark Ruffalo, Patty Jenkins, Caren Pistorius. Preferenze diverse ma ognuno di loro non ha dubbi: torneremo al cinema.
“È così, noi ci crediamo – conferma Piera Detassis nell’editoriale – “passato tutto questo, i cinema saranno ancora il luogo in cui è possibile condividere l’emozione dell’altro, quel respiro vitale e confortante che nessuna mascherina può interrompere”.