Riceviamo e pubblichiamo

L’Associazione SiciliAntica di nuovo in prima fila contro un ulteriore attacco al nostro patrimonio e all’antimafia.
Nel 2018, SiciliAntica scendeva in campo per difendere Monte Scalpello, contro la Fassa e l’Assessorato all’Energia intenzionati a trasformarlo in cava, distruggendo un patrimonio storico, archeologico, ambientale unico e non sostituibile.
L’Associazione SiciliAntica, quindi, in data 14.9.2018, presentava ricorso contro l’infausta e immotivata autorizzazione a distruggere Monte Scalpello avanti la Magistratura amministrativa regionale.
In data 27.11.2018, il Distretto minerario di Caltanissetta, visto il contenuto del ricorso, dichiarava la decadenza dell’autorizzazione rilasciata alla Fassa srl, per lesione del Patto di integrità sottoscritto in data 15.6.2018, “in ragione della presenza fra i soggetti costituenti la parte venditrice, di conseguenza, anche parte attiva del contratto di compravendita del materiale fatalmente estratto, non di interesse per la Fassa srl, come risulta dal contratto di costituzione e di servitù e di compravendita stipulato in data 2.5.18 di tale Pecorino Giuseppe, classe 1941, già destinatario di sentenza penale di condanna per fatti di mafia passata in giudicato”.
In conseguenza di ciò, la Guardia di Finanza sequestrava al detto Pecorino beni per oltre un milione di euro.
La Fassa srl ricorreva al TAR avverso la decadenza dell’autorizzazione, che comunque la vedeva perdente nella fase cautelare a favore della tutela del sito di Monte Scalpello.
Improvvisamente, il 28 agosto scorso, tre giorni prima del pensionamento, il dirigente generale dell’Assessorato all’Energia, Salvatore D’Urso, scavalcando l’iter accertativo necessario e in contrasto col precedente provvedimento del Distretto minerario di Caltanissetta, unico competente, con la determina dirigenziale n. 1079 annullava la decadenza dell’autorizzazione, subordinando l’inizio dell’attività estrattiva ad una anomala “revisione del contratto” diretta ad eliminare le clausole di collaborazione fra il soggetto condannato per mafia e l’azienda stessa.
In una terra martoriata da collaborazioni e trattative con la criminalità organizzata, all’Assessorato non importa che l’iter per l’apertura della cava sia stato realizzato con il mafioso proprietario dei terreni, neanche che gli sia stata assicurata, tramite apposito contratto scritto e rogato, la partecipazione agli utili derivanti dal libero utilizzo del materiale inerte.
L’Associazione SiciliAntica ha già dato mandato al proprio legale avv. Nunzio Condorelli Caff di opporsi e contrastare quest’ennesima offesa al patrimonio culturale siciliano e alla lotta alla mafia, perché la vera antimafia è quella che si dimostra con i fatti e non con le parole, andando contro qualsiasi aiuto, agevolazione o sostegno alla mafia e alla criminalità organizzata.Il Presidente Regionale di SiciliAntica
Prof.ssa Simona Modeo