Presso la sede del Parco delle Madonie di Palazzo Pucci Martinez, si è svolto il workshop Butterly Monitoring 
Scheme Italia. “Questo tipo di workshop – spiega il Presidente 
dell’Ente Parco delle Madonie, Angelo Merlino – è ospitato per la 
prima volta in Sicilia, e sono particolarmente orgoglioso che sia 
stato ospitato sulle Madonie. Le farfalle, così come molti insetti, 
sono bioindicatori, motivo per cui hanno un alto valore scientifico e 
di ricerca anche in un ambito di cambiamento climatico, come ci 
troviamo adesso. Inoltre il territorio del Parco ospita una specie di 
farfalla esclusiva delle Madonie,  la Parnassius apollo siculae, 
farfalla che ha un areale circoscritto e poco esteso, delimitato alle 
quote superiori ai 1500 metri”. Un workshop che segna anche l’inizio 
di una importante collaborazione scientifica, come afferma Stefano 
Scalercio, ricercatore del Centro di Ricerca Foreste e Legno, 
coordinatore del Butterfly Monitoraggio Scheme per l’Italia 
meridionale: “Siamo molto contenti di aver cominciato una 
collaborazione con il Parco delle Madonie che ospita una importante 
porzione della biodiversità delle farfalle italiane. Questa giornata 
di divulgazione e promozione dell’importanza del monitoraggio delle 
farfalle può dare un forte impulso alla conoscenza e alla 
conservazione di tutta la biodiversità ospitata sia dagli ecosistemi 
naturali che antropizzati. E questo è particolarmente importante per 
la Sicilia che ospita molte unicità, alcune delle quali ancora da 
scoprire”. Al tavolo dei lavori (e con collegamenti in streaming): 
Cristina Sevilleja (Able Project), che ha relazionato su “Presentation 
of the Able project. Creation of a butterfly monitoring network in 
Europe”. Simona Bonelli (Università di Torino) ha illustrato “Lo stato 
dell’arte del Butterfly Monitoring Scheme Italia”, Leonardo Dapporto 
(Università di Firenze) fa spiegato “Come riconoscere le specie: 
districarsi in un apparente labirinto”. Stefano Scalercio (Crea-Fl) ha 
portato esempi di applicazioni pratiche dal Parco Nazionale della 
Sila. Ha concluso Federica Paradiso (Università di Torino).