Il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della non violenza e come ogni anno il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in tale occasione, intende avviare una serie di iniziative educative atte a commemorarla. Alla ricorrenza, istituita il 15 giugno del 2007 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione A/RES/61/271, fu attribuita tale data per onorare la memoria di Mahatma Gandhi, difensore dei diritti civili, nato proprio nel giorno indicato.
Quest’anno, per celebrare l’inestimabile valore insito nell’International Day of Non-Violence, intendiamo ricordare tre tragici episodi di cronaca verificatisi nel mese di ottobre: l’omicidio di Claudio Domino; l’eccidio di Monte Sole e l’assassinio di Desirèe Mariottini, la cui drammaticità costituisce in sé stessa una ferma condanna per ogni forma di abuso e prevaricazione ai danni di qualsiasi essere vivente.
Il 7 ottobre del 1986, l’undicenne Claudio Domino passeggiava serenamente in via Fattori nel quartiere palermitano di San Lorenzo, proprio in prossimità della cartolibreria gestita dalla madre, Graziella Accetta; quando probabilmente il malavitoso Salvatore Graffagnino, a bordo di una moto di grossa cilindrata, lo chiamò e gli sparò in fronte. Per molti anni non si riuscirono ad individuare le motivazioni del gesto. Nel corso del maxiprocesso, Giovanni Bontate – fratello di Stefano principe di Villagrazia- sostenne: “Non siamo stati noi, questo è un delitto che ci offende”. Il 23 settembre 2011 Giovanni Li Causi, presunto uomo d’onore della cosca, fu intercettato mentre affermava: “Qua era quando hanno ucciso il bambino… per la mafia, Domino, questa macchina dopo due giorni l’hanno portata da noi in officina era piena di sangue… dodici anni aveva il bambino ha guardato una cosa che non doveva guardare”. Oggi i genitori di Claudio non solo aspettano giustizia, ma onorano la memoria del figlio parlando nelle scuole dei 125 bambini vittime della criminalità.
L’eccidio di Monte Sole, noto anche come la “strage di Marzabotto”, avvenne tra il 29 settembre e il 5 ottobre nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno. Le SS uccisero 770 persone, partigiani e soprattutto civili, oggi la ritorsione è stata definita come la più sanguinosa d’Europa.
Desirèe Mariottini era una sedicenne con tanta voglia di vivere, quando, la sera del 18 ottobre 2018, fu drogata, stuprata e uccisa probabilmente da quattro 4 cittadini africani. Il suo corpo fu ritrovato seminudo all’interno di un container di uno stabile in via dei Lucani 22, nel quartiere San Lorenzo, in un luogo fatiscente e sordido.
La violenza è il linguaggio più brutale che l’uomo possa applicare e rappresenta appunto il fallimento di tanti fattori che ne avrebbero potuto costituire invece un deterrente: famiglia, scuola, società. La violenza può essere sconfitta solo laddove esistano molteplici agenzie educative efficaci; laddove il diritto e la giustizia siano scrupolosamente difesi e osservati; laddove la stampa e gli intellettuali possano serenamente esercitare la libertà di pensiero e parola; laddove sottosviluppo e ignoranza vengano contrastati dalla cultura della legalità e della democrazia.


Il CNDDU propone di leggere testi poetici, canzoni e testimonianze relative ai contenuti proposti e successivamente produrre elaborati grafici o scritti in cui la violenza venga fermamente ripudiata. Un “monumento virtuale” per non dimenticare chi ha perso la vita a causa della bestialità umana. Ogni idea progettuale potrà essere spedita all’indirizzo email del Coordinamento ([email protected]). Le migliori proposte saranno pubblicate sui nostri canali social.
“La scuola, la cultura, il confronto continuo sono anche antidoti al virus della violenza e dell’intolleranza. Occorre spiegare il massimo impegno per contrastare chi pratica una violenza vile e brutale che più volte si è manifestata anche nei giorni scorsi. Chi la predica o la eccita nei social” (Sergio Mattarella)
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU