Si chiama GALVAR1 la prima variabile, fino ad oggi non conosciuta, scoperta dai ricercatori del GAL Hassin
Da circa un anno il GAL Hassin è impegnato attivamente nell’osservazione di transiti di pianeti extrasolari all’interno del progetto ExoClock (www.exoclock.space). Lo scopo è monitorare stelle attorno a cui orbitano uno o più pianeti e osservarle nel momento in cui uno dei loro pianeti passa davanti al disco stellare.
Durante una di queste osservazioni, lo scorso 9 agosto 2020, Carmelo Falco, con il Galhassin Robotic Telescope dallo studio delle 700 immagini ottenute qualcosa cattura la sua attenzione.
“All’interno del campo di vista del telescopio, oltre alla stella in questione, vi erano centinaia di altre stelle che, essendo state osservate ininterrottamente per 5 ore, avrebbero potuto mostrare una luminosità variabile nel corso del tempo” racconta Carmelo Falco. L’analisi è stata in grado di identificare in effetti 11 stelle variabili, 10 delle quali già note. L’undicesima variabile è risultata essere una stellina nella costellazione di Andromeda, distante circa 4500 anni luce dalla Terra e, apparentemente, non classificata come variabile nei cataloghi noti. Per poter confermare questo risultato si è, quindi, proceduto ad effettuare una seconda osservazione, la sera stessa, con il Galhassin Robotic Telescope (GRT1) e il GRT2, utilizzando il filtro luminanza e pose da 120 secondi. Questo ha generato un set di quasi 250 immagini, in grado di coprire un arco temporale di circa 7 ore consecutive. Osservazioni analoghe sono state ripetute in maniera indipendente da Danilo Sedita, dell’Osservatorio Castrofilippo, la sera successiva, il 10 settembre. L’analisi dei nuovi set ha confermato la variabilità della stella e le sue proprietà, caratterizzate da un periodo di 1 ora e variazioni di luminosità di 0.02 magnitudini”.
La così “rapida” variazione della luminosità di questa stella è sfuggita agli occhi delle grandi survey di telescopi terrestri e spaziali che, generalmente, tendono a scandagliare il cielo ritornando su una stessa regione (e quindi sulla medesima stella) solo dopo alcune ore permettendo alla strumentazione del GAL Hassin di catturare la sua “peculiarità”.
Variazione di luminosità della stella variabile scoperta con il GRT2 e denominata GALVAR1. Crediti: Carmelo Falco/GAL Hassin.
I risultati sono stati inviati all’International Variable Star Index dell’American Association of Variable Star Observers (AAVSO – VSX), contenente più di 2 milioni di stelle variabili, e la nuova stella variabile è stata confermata tale, entrando nel catalogo con il nome di GALVAR1, il 28 settembre 2020, dove GAL sta per GAL Hassin e VAR1 si riferisce a VARIABLE 1, la prima variabile, fino ad oggi sconosciuta, scoperta dai ricercatori del GAL Hassin.
“Per il GAL Hassin questa scoperta rappresenta un traguardo in un nuovo ambito di ricerca” racconta Alessandro Nastasi del GAL Hassin, “dopo il monitoraggio degli asteroidi pericolosi per il nostro pianeta, i cosiddetti Near-Earth Objects, (NEOs) e la caratterizzazione dei transiti di esopianeti noti. “Per ciascuno di questi ambiti” racconta Alessandro Nastasi del GAL Hassin “Carmelo Falco ed io stiamo sviluppando protocolli che permetteranno il pieno sfruttamento delle potenzialità scientifiche del Wide-field Mufara Telescope (WMT), un telescopio innovativo, disegnato e realizzato dalla ditta Officina Stellare, e già installato sulla cima di Monte Mufara a 1865 metri”.
Il WMT è un telescopio “a grande campo” e, in ciascuna immagine prodotta, è in grado di osservare una porzione di cielo con un’area pari a 25 lune piene: quindi 25 volte più grande del campo del GRT2 nel quale è stata scoperta GALVAR1. Inoltre, essendo un telescopio 16 volte più rapido nella raccolta del segnale rispetto al GRT2, il WMT garantirà una probabilità di almeno 400 volte superiore nello scoprire stelle variabili del tipo di GALVAR1”.
Per approfondire, vi invitiamo a visitate il sito galhassin.it.