Oggi vogliamo riportare una attenta riflessione della giornalista Sandra Figliuolo sull’attuale situazione e delle possibili reazioni della gente comune cosi come è successo a Napoli.

“A Napoli stanno andando in scena le prove generali di ciò che potrebbe succedere all’annuncio di un nuovo blocco. Ed è questo ciò che maggiormente si teme: la rivolta sociale.
Molta gente è stanca (anche perché prima della pandemia non è che in Italia si vivesse proprio bene) ed ha problemi economici. In più è incattivita, grazie anche a pseudopolitici che ne agitano la pancia, che strumentalizzano un’emergenza sanitaria per un po’ di consenso. Gentaglia che anche in Parlamento afferma stupidaggini e soprattutto cambia idea da un giorno all’altro (“chiudiamo tutto”, “apriamo tutto”).
La situazione però è grave, i dati di oggi sono peggiori di quelli dell’8 marzo. Trovare un equilibrio tra tutela della salute e dell’economia non è semplice, ma se i contagi continueranno ad aumentare (cosa che sembra abbastanza scontata) non ci sarà altra soluzione che chiudere. Solo che più aspettiamo e più morti conteremo perché le nostre strutture sanitarie non sono in grado di reggere, soprattutto al Sud.
È una tragedia e nessuno desidera ridurre sul lastrico imprenditori e lavoratori, padri, madri, giovani. Ma l’alternativa quale sarebbe? Se la macchina prende velocità si può frenare oppure aspettare che sbatta contro un muro e si fermi da sola.
Se qualche mese fa si fosse fatto ciò che si ripeteva ogni giorno tra aprile e maggio, cioè test sierologici e tamponi a tappeto, oggi non saremmo messi così. Purtroppo anche se la seconda ondata era non prevedibile, ma prevista, non è andata in questo modo. E ora dobbiamo cercare di contenere i danni: ogni giorno che passa diventa più complicato.”