Continuano le presentazioni online dello Scordabolario di Salvo Piparo a cura della casa editrice Dario Flaccovio: per la prima volta in un volume edito dalla Flaccovio Editore, il dizionario delle “palore” perdute scelte dall’attore palermitano, che rivoluziona, con toni satirici, il significato di termini antichi per proiettarlo in un linguaggio moderno e per niente dimenticato. 

Giovedì 3 dicembre, alle 18.30, in versione streaming live dalla pagina Facebook della Dario Flaccovio, Piparo presenta il suo libro insieme ai giornalisti Lidia Tilotta Gaetano Savatteri

Nato tra uno spettacolo e l’altro, quasi per gioco, “Lo Scordabolario” di Salvo Piparo, attore e cuntista palermitano, mette insieme vocaboli di ogni sorta, per ripensarli, rinominarli e dargli allora un nuovo valore. Nasce così un breve dizionario emozionale delle parole della tradizione siciliana.

Perché i palermitani una cosa la sanno: cu avi lingua passa u mari (letteralmente: “chi ha lingua attraversa il mare”), questo perché il palermitano non è padrone manco a casa sua, ma della sua lingua lo è, eccome. Ma tra le parole più usate, c’è la semplice “cosa”: “Sei cosa da prenderti a legnate”, “Sei una cosa inutile”, “C’è cosa?”, “Cosa fitusa!”. Oppure a chi chiede un favore: “Assessò, ma quella cosa?”, e alla risposta lapidaria: “Quella cosa sta camminando!”. Che poi da noi la mafia si chiama Cosa Nostra! Nel tempo, certe parole si sono impossessate di nuovi pubblici, altre invece sono state dimenticate, come calzini sporchi in fondo al bucato. In questo libro, Piparo diventa affabulatore e linguista, mischiando vocaboli antichi e moderni, il suo “Scordabolario” è il nuovo vocabolario delle “palore” palermitane scordate

Il libro è in distribuzione dal 12 novembre in tutte le librerie fisiche e online e in anteprima nelle librerie Modusvivendi, Zacco, Spazio Cultura Libreria Macaione e Nuova Europa.

L’autore

Salvo Piparo è custode delle più antiche memorie, rilette con comicità e crudo realismo. Da anni racconta la Sicilia e le sue mirabili storie di vita e leggende popolari. Ricercatore attento delle tradizioni, rievoca la storia attraverso la tecnica del cunto. Da sempre interprete dei testi di Salvo Licata, divide la scena con la figlia di lui, Costanza, oltre a essere egli stesso autore di numerose produzioni teatrali. Testimonial per UNICEF, da anni è impegnato in un progetto laboratoriale di teatro sociale dal titolo: La città raccontata, rivolto a tutti coloro che hanno una storia da raccontare.