Sabato 19 dicembre, ad Isnello è conclusa la raccolta dei quadrati lavorati per “La
coperta di Yusuf”. Tutto è pronto per spedirli a Lampedusa.
L’adesione da parte del Comune di Isnello a questa iniziativa, promossa dal Forum Solidale
di Lampedusa, ha originato una rete solidale fitta, fatta di colori, intrecci, nodi, tempo,
generosa disponibilità e partecipazione che ha unito moltissime persone da tutto il
comprensorio. Impossibile citarle una per una.
A Isnello sono arrivati oltre un migliaio di lavori realizzati da tantissime mani laboriose e
pazienti.
Per prima, ha partecipato attivamente e con entusiasmo la comunità isnellese.
Grazie al Team di comunicazione e promozione turistico culturale See Isnello, all’Amministrazione, alla Parrocchia di San Nicolò di Bari dove ha avuto luogo la raccolta e al contributo della locale Proloco, sono state realizzate svariate centinaia di originali
creazioni.
Registrare l’interessamento e la fattiva collaborazione di tante altre realtà associative,
parrocchiali e personali di Caltavuturo, Castelbuono, Cefalù, Collesano, Gangi, Gratteri,
Palermo è stato davvero sorprendente.
Inoltre, ben oltre 450 quadrati sono stati realizzati e donati dall’Associazione di Promozione
Sociale “A .M.A il tuo tempo”, un gruppo di mutuo aiuto che raggruppa utenti dai 9 Comuni
del Distretto Socio Sanitario di Cefalù, svolgendo attività nel campo sociale e sanitario con
l’obiettivo primario di incoraggiare persone affette da disagio psichico alla partecipazione
attiva, attraverso varie forme di promozione dei diritti civili e la collaborazione con
associazioni benefiche e di volontariato.

Un ringraziamento sincero da parte dell’Amministrazione Comunale di Isnello va, pertanto,
a tutte le Persone che, a vario titolo, in vario modo e in ogni realtà associativa e locale, si
sono spese per rendere concreto questo grande gesto di umanità.
Come affermato dal Sindaco di Isnello, Marcello Catanzaro: “Questa iniziativa di comunità
che, spontaneamente, si è allargata e diffusa sul territorio vuole essere un primo passo verso
la sensibilizzazione al problema dei flussi migratori. Un problema civile e politico. Non
possiamo permettere che il dramma delle morti in mare diventi un fenomeno “normale”,
perché la normalità determina indifferenza e immobilismo. Dobbiamo, invece, mantenere
aperto il dibattito affinché gli Stati nazionali e la Comunità internazionale intervengano per
porre fine ad un fenomeno che offende la dignità della persona.
Yusuf non ce l’ha fatta. Yusuf aveva solo 6 mesi, ha trascorso più tempo nel grembo
materno che su questa terra. Ha avuto solo le braccia della sua giovane madre come culla in
mezzo al mare. Yusuf come tanti, troppi, oggi è sepolto nel cimitero dei migran ti di
Lampedusa. L’acqua, quel liquido che tutto nutre e in cui tutto prende vita, ha visto morire
migliaia di persone alcune delle quali hanno perso anche il loro nome.
Il Mediterraneo da mare che ha unito popoli e civiltà, da crocevia di culture, si è trasformato
in uno scenario di morte e desolazione. Da Mare Nostrum si è trasformato in baluardo di
ultima speranza per chi, non avendo nulla da perdere, mette a rischio la propria stessa vita,
sfidando la paura di perdere anch’essa.
Yusuf è morto per i ritardi nei soccorsi, dovuti a un sistema europeo che non riesce a tutelare
le proprie frontiere liquide. Yusuf è solo l’ultima, giovanissima vittima di politiche scellerate
che negoziano il potere con le vita altrui. Yusuf si è visto rubato il suo tempo dal m are e da
una civiltà moderna che non potrà mai conoscere. E’ morto per il cinismo di tanti che hanno
imposto limiti e veti incrociati sotto forma di “Decreti (in)Sicurezza”. E’ morto per
l’indifferenza che sta snaturando il comune senso di umanità, ma la su a morte non può e non
deve lasciarci indifferenti. La memoria di quanti hanno perso la propria vita in mare grida
giustizia.

Yusuf non ha avuto il tempo di imparare a vedere il mondo coi suoi occhi. Non potrà mai
camminare, nuotare, vedere i colori del cielo e delle stagioni, non saprà mai come chiamare
la sua mamma. Il suo sacrificio non può essere dimenticato. Occorre fare qualcosa per non
consegnare questa storia all’oblio. Qualcosa di concreto.
Per queste ragioni, la Comunità di Isnello vuole prendersi cura della sua giovane mamma,
riconoscendole tutto il sostegno, le attenzioni e l’Amore di cui ha un estremo bisogno in
quanto Persona. A tal fine, abbiamo già preso contatti con il Ministero dell’Interno affinché,
aderendo al Sistema di accoglienza e integrazione, si possa avviare un percorso di
integrazione e inserimento lavorativo che le consenta una piena riconquista dell’autonomia
individuale.”
Isnello è una piccola comunità delle aree interne, fiera delle sue radici e orgogliosa della sua
tradizione , che sente forte il dovere morale di offrire a chi ne ha più bisogno delle nuove
possibilità.
Isnello vuole aprire le sue porte all’accoglienza, all’integrazione e alla condivisione.
Gesti come questo intendono fungere da stimolo per avviare nuovi percorsi e buone prassi comuni.
Con l’augurio che queste Feste possano rappresentare un momento di riflessione intima,
costruttiva e propositiva rispetto a tante polemiche sterili e inutili.