Tutto il 2020 in una canzone. È il nuovo tormentone di Matranga & Minafò, il duo comico siciliano che sul finire di un anno segnato da una pandemia mondiale ripercorre mese dopo mese tutto quello che abbiamo vissuto e che, allo scoccare della mezzanotte, lasceremo per gran parte alle spalle.
Toni Matranga ed Emanuele Minafò, insieme agli autori Lorenzo Pasqua e Daniele Vespertino, alle musiche di Mauro Puglisi e al mix & mastering della canzone di Vincenzo La Mantia, passano in rassegna tutti i fatti accaduti nel 2020, l’anno che passerà alla storia per la pandemia da Coronavirus che ha paralizzato il mondo intero. Un ritornello che entra in testa per la semplicità del suo messaggio e che adesso è possibile ascoltare sul nuovo canale Spotify di Matranga&Minafò insieme alle parodie già scritte e ai nuovi inediti musicali.
La lunga carrellata di fatti cantati dal duo di Sicilia Cabaret parte dallo schiaffo che Papa Francesco ha dato a una donna cinese sul finire dello scorso anno. È a gennaio però che, a Wuhan, in Cina, quella che sembrava essere un’epidemia causata dal Covid-19 si trasformerà in una pandemia coinvolgendo i cinque continenti.
A febbraio Sanremo, con Morgan che cambia il testo della canzone scritta insieme a Bugo. A marzo inizia quella che Matranga e Minafò definiscono una guerra, a suon di lievito di birra e gente sottoterra. Partono i cori al balcone e il pane fatto in casa, l’amuchina e le mascherine diventano strumenti necessari per affrontare la giornata. Il mese d’aprile trascorre nel segno di un lockdown che ci vede chiusi in casa e l’unico lusso ammesso era portare il cane a passeggiare.
A maggio l’estate e le vacanze si avvicinano, le terapie intensive iniziano a svuotarsi. A giugno ripartono il campionato e le feste, come se tutto fosse dimenticato. Matranga e Minafò dedicano una strofa anche alla signora di Mondello che, dalla spiaggia palermitana, lanciò un messaggio negazionista sulla pandemia.
Luglio e agosto passano veloci, tornano gli assembramenti. Ed è qui che il duo, con la sua ironia, ammonisce la scelta del Governo di salvare il turismo e non la cultura, di chiudere i cinema e i teatri – costringendo dunque anche Matranga e Minafò a non poter più calcare un palcoscenico – senza preoccuparsi se, all’interno di un aereo, ci si accalcasse per viaggiare.
E infine settembre, ottobre e novembre con la riapertura delle scuole, la seconda ondata che porta con sé nuovi malati ma anche tanti nuovi ignoranti che negano il dolore e la morte che questa pandemia ha portato con sè. Fino a dicembre, al Natale a porte chiuse, al vaccino che sembra restituire la vita che ci è stata negata.
È sul finire infatti che arriva un messaggio di speranza: “Anche senza denaro noi possiamo avere speranza in un futuro. Restiamo un po’ in silenzio per chi ci ha salutato. Il vaccino è ormai vicino e quest’anno è già passato”.