“In questi due mesi a Petralia Sottana-racconta un giovane medico Giuseppe Vella- ho imparato una quantità di cose sul fare il medico e su me stesso, per le quali in situazioni normali probabilmente non sarebbero bastati anni. L’esperienza è stata inebriante tra l’adrenalina di fondare un reparto dal nulla insieme agli strutturati, organizzare il lavoro, coordinare i colleghi, passare ogni giorno libero a risolvere problemi e prevenirli, ma è giunta al suo naturale corso e dal primo gennaio tornerò a Palermo, al dipartimento di prevenzione ad aiutare a gestire un altro set di situazioni.44 pazienti transitati per il nostro reparto, 3 ancora ricoverati ma stabili, 37 dimessi/trasferiti, e 4 decessi in condizioni impossibili da recuperare. Dubito che verrà presto dimenticato a Petralia quando una banda di neolaureati venne dal nulla, nemmeno svezzati, e si ingegnò di pura forza di volontà per arginare una delle peggiori catastrofi dell’era moderna in mezzo a montagne, cinghiali, e difficoltà che diventavano sempre più piccole man mano che crescevamo noi.Ho adorato lavorare in reparto, imparando tantissimo sulle dinamiche di reparto dai Dr. Carlo Domenico Cottone e 20miles, ascoltando la saggezza infinita della Dr.ssa Maria Elena Greggi e percorrendo infiniti km col Dr. Giovanni Intile , menzione speciale per il geniale e disponibile Dr Chessari.I ringraziamenti più grandi vanno però al team: ricordo la prima conversazione con ognuno di voi per introdurvi al funzionamento del reparto, le vostre paure (le stesse mie all’inizio) e il seguente orgoglio nel sentirvi dire tronfi “Salgo da solo in reparto, se sale ancora il potassio gli do il kayexalate” (parafrasi per le situazioni che avete/abbiamo imparato ad affrontare con sempre maggiore perizia e coraggio). Siete straordinari e non vi dimenticherò mai: dal vecchio bro Giancarlo Buccheri con la sua sapienza enciclopedica di medicina e meme, al nuovo Fabrizio Brancato con cui abbiamo iniziato litigando aspramente, proseguito con i suoi “Peppe, mi manchi” e terminato con io che gli affido il mio posto, la responsabilità e il coordinamento del reparto, senza dimenticare le bevute e l’immensa amicizia dietro ogni “bello mio” di Gregorio Ciulla , lo sprint e la simpatia contagiosa di Lucia Giacalone , l’inventiva e poliedricità di Lucrezia Urso , l’energia atomica della stupenda Lilli Onorato , l’invincibilità di quella adorabile testa calda di Marta Castellino , la sicurezza professionale ed emotiva che trasmette una collega e amica come Chiara Madonia , il sindacalismo propositivo e positivo di Andrea Ippolito , la frutta secca e la compagnia di Andrea Virga , la calma e la tenerezza di Maria Cristina Traina , le conversazioni sulla vita e l’intesa con la grintosa Simona Grutta , gli aforismi inarrivabili della divertentissima oracolo di Delfi di Teresa Guccione , il buon senso e conoscenza locale di Mariangelica Giordano , le spensierate corse con letti e sedie con Roberto Mancuso , il sorriso e il commento sempre gradevole e apprezzato di Silvia Giaconia, l’entusiasmo competente di Antonella Leone , quei fenomeni della medicina covid di Maria Chiara Morgante e Paolo Buscemi sui cui insegnamenti abbiamo fondato tutto, e dulcis in fundo quel meraviglioso personaggio Bukowskiano che è Giulio Bella .Quando tra una ventina d’anni racconterete a colleghi più giovani del nostro “Vietnam”, parlando di quando abbiamo messo caschi cpap, viaggiato attraverso nebbia e neve, indossato la tuta per 10h filate, imparato la boxe dai pazienti, inseguito sparacelli notturni, corretto ossessivamente le terapie, scritto accessi e dimissioni da soli, cercato calzari in piena notte, pianto con e per i pazienti, riso con loro, preso contatti per andarli a trovare, studiato con una voglia così pura di essere utili che ci ha permesso di superare ogni barriera temporale, spiegando come la stanza nel pulito abbia cambiato tutto… in questi momenti ricordatevi del ragazzone col cappotto giallo che rispondeva compulsivamente “ci penso io”.

Domani(31 dicembre) arriveranno anche all’ospedale Madonna dell’alto di Petralia Sottana i primi vaccini anti covid