Sulla Befana si conosce davvero poco, o almeno non quanto sappiamo di Babbo Natale e le sue magiche renne. Forse non tutti sanno che la Befana aveva un gatto, o almeno così è in base alla leggenda di cui non conosciamo l’autore.

E allora eccola qui: la storia del gatto della Befana!

“Un tempo i gatti erano solo tigrati, fatta eccezione per uno di un colore scuro-scuro: il gatto della Befana. Il gatto la accompagnava nei lunghi viaggi a cavallo della scopa e vedeva luoghi meravigliosi ma, ahimè, sempre e solo dall’alto della scopa. Per questo, ogni tanto, si chiedeva come fosse la vita degli umani.

Quando il periodo dell’Epifania si concludeva, il gatto andava in letargo e dormiva con la strega tutto l’anno in attesa del 6 gennaio successivo.
Una notte il gatto, nel suo viaggio attorno al mondo assieme alla vecchina, preso dalla curiosità, si sporse per tentare di vedere più da vicino il mondo ed urtò il sacco dei doni. Il sacco era aperto e così un regalo volò via.

Dopo un po’ la strega se ne accorse ed esclamò: “Manca un regalo!!! Mai successo un errore così in millenni di viaggi!!!”.
Il gatto taceva, ma la vecchina era magica e sapeva tutto. Si rivolse al gatto e disse: “Vecchio micione sei stato tu, lo so. Non mi arrabbio, ma questo bambino deve pur ricevere qualcosa. La tua vita è stata noiosa e solitaria con me; andrai tu e vedrai che sarai felice!”.
Il gatto fu catapultato in un camino e arrivò in un grandissimo salone. Iniziò a tossire a causa della cenere: “Etciù,etciù”!

Tutta la famiglia riunita nel salone guardava il gatto con stupore, ma il bambino di casa urlava di gioia. “Che bello! Un amico tutto per me!”, urlava il bimbo.

I genitori non ebbero coraggio di separarli, e così il gatto ed il bambino passarono assieme molti anni felici.

Da quel giorno i gatti non furono più solo tigrati a ricordo di quel dono così particolare. I gatti neri sono un dono della magica notte dove i sogni si avverano e per questo in realtà, a dispetto delle stupide credenze, portano fortuna!”.

Quindi, se in questo giorno trovate un gatto nero, portatelo a casa e tenetevelo stretto.

È il regalo più bello che la Befana possa farvi!

La Befana ed il gatto randagio

(autore Rossana Costantino)

Una vecchina con le scarpe rotte ed un cappellaccio in testa, viveva tutta sola in mezzo al bosco nella sua casetta accogliente fatta tutta di legno. La sua vita scorreva tranquilla in quei luoghi beati. Ogni mattina, la vecchina si lavava il viso con l’acqua della sorgente e faceva colazione con un’enorme tazza di latte caldo caldo appena munto, e così andava a lavorare come sempre nei boschi.

Al tramonto, la vecchina rientrava in casa portando con sè la legna per accendere il fuoco, e stanca del suo lavoro duro, si levava dai piedi le sue scarpe malconce e si addormentava davanti al caminetto sgranocchiando dei saporiti biscottini fatti con le sue mani esperte.

Contenta e soddisfatta della sua esistenza, la vecchina solitaria credeva di non aver bisogno di niente e di nessuno, ma in realtà nessun essere vivente può vivere per sempre in solitudine, e ben presto anche lei ne avrebbe avuto prova.

Poco più tardi, infatti, accadde un fatto assai curioso: durante una notte buia e tempestosa, mentre la contadina poltriva al calduccio davanti al caminetto, sentì dei lamenti provenire dall’uscio della sua casina. Incurante di quello che avveniva, la vecchia scorbutica continuò a dormicchiare senza nemmeno spostarsi.
Lercio e infreddolito, bagnato fradicio e affamato, giaceva tramortito davanti all’uscio, un povero gatto randagio che non aveva più nemmeno la forza di miagolare. Persa ogni speranza di trovare un rifugio sicuro, non avendo ricevuto alcun aiuto dalla vecchina insensibile, il povero animale trovò riparo sotto un albero vicino alla casa di legno, e per poco non morì di stenti in quella notte terribile. Ma i gatti si sa, hanno ben nove vite, ed il gatto randagio superò le avversità pur soffrendo atrocemente.

L’indomani mattina le nuvole erano sparite ed il sole era già alto, e la vecchina, come al solito, già beveva il suo buon latte prima di andare a lavorare con il suo cappellaccio in testa. Così, per cominciare le faccende, prese la scaletta per pulire il comignolo e si apprestò a salire in cima al tetto della sua casetta.

Il povero gatto ancora molto debole osservava quella creatura cocciuta ed insensibile, ed arrabbiato ripensava alla sua triste esperienza. La vecchina era già arrivata sul tetto quando sentì un piccolissimo verso dalla punta del suo cappello.
Capì ben presto di non essere sola lassù, e terrorizzata al solo pensiero vide che un minuscolo topino era sul tetto prima di lei. Cominciò ad urlare a squarciagola perché la sua paura dei topi era paralizzante.

Il topino sembrava divertirsi come un matto, perché un esserino come lui riusciva a sgomentare una vecchia forte e ben nutrita come la scorbutica vecchina. Anche il gatto, che incuriosito da quelle urla si era già arrampicato sull’albero, si gustava quella scena bizzarra, ma alla fine aguzzò l’ingegno.

Con un salto felino si lanciò sul tetto e prese il topo con una sola zampata, e guardando dritto negli occhi la vecchia le fece giurare che gli avrebbe dato un posto caldo e lui in cambio avrebbe tenuto lontano tutti i topi della zona.

La vecchina con il cappellaccio sempre in testa , fu costretta ad accettare, e perfino a chiedere scusa al gatto per non averlo soccorso durante la notte.

Col tempo i due diventarono amici, ed il vecchio cuore della contadina ormai indurito dalla solitudine si intenerì con le fusa del suo nuovo compagno. Insieme stavano davanti al camino, e il gatto mangiava le briciole dei biscotti della contadina, e così si addormentavano soddisfatti.
Quando arrivò Natale, i due compagni decisero di fare qualcosa di bello per i bambini del villaggio, che come il gatto, potevano aver bisogno di un gesto affettuoso. Così, oltre agli squisiti biscotti, la vecchina preparò tantissime leccornie, e non avendo modo di confezionare i pacchetti, infilò quelle prelibatezze nelle calze che aveva cucito lei stessa.

Così, anno dopo anno, la vecchina, che tutto il mondo chiama Befana, chiude il periodo natalizio con i suoi dolci e, il gatto, suo grande amico, le fa compagnia per tutto l’anno.

Cari lettori della nostra rubrica vi auguro tantissimi auguri di Buon Natale e di Buon Anno Nuovo. Grazie perché ci seguite.

Spero che l’anno che è entrato porti serenità, pace e più umanità.

Perché quest’anno ci ha tolto tanto e ci ha fatto riflettere su tante cose.

Abbiamo visto il mondo cambiare, abbiamo visto tanta povertà attorno a noi, ma abbiamo visto tanta solidarietà.

Siamo vicini a tutti coloro che hanno perso i loro cari in questa battaglia, nessuno deve rimanere solo, l’Italia si riprenderà meglio di prima.

Con l’aiuto di tutti noi….

…..e speriamo di ritornare nella nostra amata normalità; nella nostra libertà di uscire; perderci negli abbracci che doniamo agli altri; regalare sorrisi; donare baci……

……..e ricordare che la vita è bella in qualsiasi forma ed in qualsiasi momento…..

…..anche nei momenti che per noi sono grigi, perché noi rinasceremo più forti e più belli umanamente di prima.

TANTISSIMI AUGURI A VOI, AI VOSTRI ED AI NOSTRI AMICI PELOSINI.

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