“Siamo profondamente preoccupati e ci auguriamo che presto vengano chiariti i dettagli della vicenda che riguarda la Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi fra le quali spuntano l’area delle Madonie nel palermitano e Trapani con alcuni comuni della provincia. Ci sembra singolare questa grande attenzione sulla nostra regione, che ci auguriamo sia foriera di progetti anche su temi veramente strategici per il futuro dei nostri giovani, come infrastrutture, ricerca, formazione, industria e digitalizzazione”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sul documento elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari che individua zone nelle due provincie di Palermo e Trapani, come possibili depositi di rifiuti radioattivi. “Comprendiamo la preoccupazione dei sindaci, di zone che puntano tutto sul turismo e su tutte le eccellenze legate all’ambiente e alla filiera agro-alimentare. Si pone sia un tema di immagine come per la città di Trapani, quest’anno giustamente candidata capitale della Cultura italiana 2022, sia di tutela di salute dei cittadini e dell’ambiente. Quindi ci auguriamo venga presto chiarito tutto e che le istituzioni facciano ognuno la propria parte dialogando fra loro e soprattutto con i sindaci delle aree interessate, che al momento sembra non siano stati coinvolti. Abbiamo il dovere di proteggere il nostro ambiente, dato che affrontiamo già fin troppe difficoltà a smaltire i normali rifiuti che inquinano le nostre città” conclude La Piana.

Un’interpellanza urgente all’assessore regionale dell’Energia per avere chiarimenti sulle notizie diffuse da un noto quotidiano nazionale che identifica quattro aree che ricadono nei Comuni siciliani di Trapani, Calatafimi-Segesta, Butera, Castellana Sicula e Petralia Sottana, quali siti idonei allo stoccaggio di rifiuti radioattivi.
Ad annunciarla è Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, aggiungendo: «Finora si tratta soltanto dell’individuazione preliminare di alcune aree da parte della SOGIN, società di Stato per il decommissioning nucleare, tuttavia è importante approfondire fin da subito la situazione. Bisogna ribadire immediatamente la tutela della salute dei siciliani, sulla quale il governo Musumeci sarà intransigente ed attento. Alle comunità locali che a seguito di questo annuncio sono entrate in uno stato di fibrillazione diciamo di stare tranquille perché la situazione sarà monitorata e valutata in maniera decisa ed incisiva. A Castellana Sicula, ad esempio, il gruppo consiliare di DiventeràBellissima ha già richiesto una seduta straordinaria di consiglio comunale per discutere della vicenda». «Siamo contro inutili allarmismi- conclude Aricò- ma il principio di tutelare la nostra salute è inderogabile e sarà oggetto di tutte le azioni necessarie affinché sia rispettato e difeso».

Aggiunge la Cgil: “Ci aspettavamo lavoro e invece per le Madonie  ci preannunciano discariche per rifiuti radioattivi”.“Esprimiamo preoccupazione per il fatto che siano stati individuati due siti in provincia di Palermo, che ricadono nei comuni di Petralia Sottana e Castellana Sicula, sede del parco delle Madonie, tra le 67 aree italiane potenzialmente idonee al deposito di rifiuti radioattivi. Dal governo e dalla politica   ci aspettiamo lavoro e attività produttive  e invece rileviamo che  l’attenzione verso questi territori, che ancora aspettano l’attivazione delle zone franche montane, è rivolta  a esigenze diverse come, in questo caso, all’identificazione di siti di stoccaggio di materiale radioattivo”.
     A dichiararlo è il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo, che esprime  le riserve della Cgil sull’individuazione delle due aree del palermitano che potrebbero diventare depositi  di scorie nucleari.  “Esprimeremo le nostre contrarietà  in quanto soggetto portatore di interesse generale  – aggiunge Ridulfo –  e chiederemo di partecipare  alla consultazione pubblica a difesa degli interessi della comunità montana”.   
    Il territorio interessato si trova in contrada Chibbò. “L’area del Parco delle Madonie non può diventare deposito di scorie nucleari – aggiunge Calogero Spitale, responsabile Cgil Alte Madonie –  Per questo sarà necessario condividere assieme alla comunità, ai sindaci, all’ente Parco e  alle altre associazioni tutte le iniziative  per contrastare questo disegno, che   danneggia lo sviluppo del territorio”.