Come se non bastasse il problema del Covid,la Befana porta carbone alle Madonie. Anzi peggio.Oggi un altro “cruccio” assilla molte regioni italiane compresa la Sicilia e nello specifico le Madonie,dove a Borgo Vicaretto(territorio tra Castellana e Petralia)sarebbe stato individuato come luogo per costruire un deposito di rifiuti nucleari. Il tema dei rifiuti nucleari è stato anche associato nel tempo ai (numerosi) casi di malattie oncologiche e le conseguenti morti che si registrano in molti comuni. Madonie comprese.(Proprio oggi si è svolto il funerale di una giovane insegnante di Castellana Sicula,morta per cancro).

Ed ecco che i dubbi e i timori che vengono fuori dalla decisione di individuare un sito anche sulle Madonie, destinato a deposito di rifiuti nucleari. Per anni è stato solo un terribile sospetto. Poi le prime verifiche; ed ecco che viene a galla, in Sicilia e non solo, una terribile verità.

Vi riportiamo di seguito un estratto di un articolo pubblicato, a suo tempo,da L’altra Agrigento.it

E’ il 19 gennaio del 2007. Una giornata di sole e di festa alla dismessa miniera della Ciavolotta a Favara,nell’agrigentino.

C’è un incontro in programma alla presenza degli allora sindaci di Agrigento e Favara, Aldo Piazza e Lorenzo Airò, per discutere del recupero e della valorizzazione dei parchi minerari abbandonati tra gli anni ’50 e ’70. A far da contorno alla manifestazione ci sono tanti alunni delle scuole elementari che giocano liberamente nel piazzale che un tempo fu dei “carusi”.
Nessuno osava solamente immaginare quale insidie potessero nascondersi nel sottosuolo. Diversi chilometri di cunicoli si snodano ad una profondità di oltre 100 metri in direzione degli abitati di Favara, Naro e del Villaggio Mosè. Eppure già all’epoca, in diverse località della Sicilia, si registravano le proteste di alcuni cittadini che lamentavano “movimenti sospetti” nei pressi delle miniere dismesse: qualche coraggioso cronista ha, addirittura, provato ad indagare arrivando ad ipotizzare pericolosi legami tra politica, ecomafie e parchi minerari dismessi.
Ad avvalorare questa tesi, la vertiginosa crescita delle malattie oncologiche in Sicilia negli ultimi anni. In talune aree, guarda caso ubicate nei pressi degli impianti minerari, si parla, addirittura, di un aumento dell’incidenza pari al 150%. Numeri che fanno paura.

LA SICILIA DEI VELENI: IL “CASO PASQUASIA”
L’ultimo impianto minerario ancora attivo in Sicilia negli anni ’90 era quello di Pasquasia, a due passi da Enna, che dava lavoro a migliaia di operai e misteriosamente chiuso in fretta e furia dall’ente gestore, l’Italkali nel 1992, ufficialmente per gli elevati costi di gestione. Secondo altre fonti, invece, i motivi della chiusura dell’impianto sono ben altri. La miniera avrebbe cessato ogni attività estrattiva, fino alla chiusura molto fiorente, per ospitare nel suo complesso rifiuti nucleari. Scorie di medio livello radioattivo delle quali la popolazione non avrebbe dovuto sapere nulla ed ecco perché, alle iniziali durissime proteste, sarebbe seguito il silenzio che ancora oggi caratterizza la vicenda. Tra i primi a denunciare i fatti ricordiamo l’ex deputato de “La Rete” Giuseppe Scozzari, secondo il quale a Washington, negli USA, nell’ambito di una conferenza sul combustibile nucleare esausto, era stato diffuso un documento che annoverava la miniera siciliana tra quella “mezza dozzina di siti perfettamente funzionanti” dove, “in Europa Occidentale”, “si depositano scorie di basso e medio livello”. Da qui la convinzione che il sito minerario fosse entrato nelle mire di Cosa Nostra: da alcune analisi effettuate emerse che, nel circondario dell’ennese, vi era una presenza di Cesio37 ben superiore alla norma: quasi come se vi fosse stato un incidente nucleare. Dal 1992, stranamente, la Regione non controlla più i siti minerari: qualcuno è arrivato ad ipotizzare un “patto” tra Cosa Nostra e Politica che avrebbe garantito alla criminalità organizzata di poter riempire di ogni genere di rifiuto tossico i siti minerari abbandonati. Se così fosse, in questi 20 anni, il sottosuolo della Sicilia potrebbe essere stato trasformato in una gigantesca pattumiera e la salute dei siciliani “venduta” per il tornaconto di criminali senza scrupoli.

Intanto sulle Madonie è stata avviata anche petizione online:

http://chng.it/PxYwZGSD