Le pareti della stanza erano coperte con carta da parati perlopiù a disegni geometrici o a fiori come dettava la tendenza di allora.

Qualche sedia e un paio di mobili schiacciati contro il muro per creare più spazio al centro, completavano la coreografia.

Si ballava al suono di giradischi dal braccio quasi sempre traballante.

Le mani di lei cingevano il collo di lui e quelle di lui si appoggiavano morbidamente sui fianchi di lei ma a volte scivolavano un poco più in basso e nessuna se ne lagnava poi più di tanto….

Balli lenti, anzi, lentissimi.

Ci si teneva stretti stretti, la guancia premuta sulla guancia dell’altro, con lo strofinio del corpo appena percettibile.

Luci soffuse ,a volte con della carta velina colorata per creare l’atmosfera da night,( ogni tanto qualche “sfacciato” le spegneva), illuminavano e scaldavano gli ingenui amori appena nati.

In cucina la moglie diceva al marito “perchè non vai a dare una occhiata ai ragazzi?” “no no…vai tu che sei vestita bene” rispondeva quasi sempre lui.

E sul più bello, proprio nel momento in cui le bocche pericolosamente vicine stavano finalmente per baciarsi, arrivava la mamma di chi aveva organizzato la festicciola, con le aranciate, i panini e i pasticcini ?

Qualche viso arrossato, qualche fronte imperlata di sudore, qualche camicia stropicciata dai focosi abbracci, ero lo scenario che si apriva.

Che botte di adrenalina…quello sì che era sballo!

Ed entro le 8 (dicasi ore 20) ognuno a casa propria!!!

Io non so cosa risponderei se qualcuno mi chiedesse “quali sono i migliori anni della tua vita?” Quelli che stai vivendo? Gli anni dell’infanzia o quelli dell’adolescenza?

Alla fine, come cantava Renato Zero, anche io “penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa e che è bello pescare sospesi su di una soffice nuvola rosa”

A ognuno la sua età dunque e i suoi anni migliori.

Però se hai vissuto certe emozioni, te le porti dentro tutta la vita.