Il Partito Democratico è erede e custode dei valori ideali di almeno 3 culture politiche del novecento rappresentate, nella cosiddetta “prima repubblica”, dalla Democrazia Cristiana, dal Partito Comunista Italiano e dal Partito Socialista Italiano. Nel momento più drammatico della storia repubblicana causa pandemia, con la peggior classe dirigente ad affrontarla irresponsabilmente, il Circolo del Pd di Castelbuono sente il bisogno di riannodare i fili della memoria raccontando le vicende locali di queste culture politiche, con i suoi protagonisti, per rendere attuale e proiettare nel futuro quell’impegno per il NOI che ha accompagnato quella straordinaria generazione perduta o che stiamo perdendo. Ecco il senso de “I quaderni delle culture politiche del novecento – I protagonisti locali”. I primi fogli di questi quaderni sono relativi alla storia del Partito Comunista Italiano solo perché il prossimo 21 gennaio ricorre il centenario della sua fondazione (Congresso di Livorno 15 – 21 gennaio 1921) ; in un momento in cui la pandemia ci darà una tregua, speriamo definitiva grazie al vaccino, organizzeremo degli eventi in presenza con personalità di rilievo. Ringraziamo il Professore Martino Spallino, sempre disponibile, che ci porterà in un viaggio in cui la nostalgia del ricordo, come in un racconto di un nonno, si accavallerà con l’emozione e la curiosità degli occhi di un bambino che ne ascolta, in questo caso ne legge, la narrazione.

Nella Ricorrenza del centenario della nascita del Partito Comunista Italiano (Livorno, 21 gennaio 1921), mi è stato chiesto di scrivere qualche nota che ricordasse fatti e uomini che hanno segnato il P.C.I. di Castelbuono.
La nascita, la formazione del P.C.I. a Castelbuono è, per certi aspetti, recente rispetto a quello nazionale e alla storia della Sinistra nella nostra comunità. Una prima forma di nascenti idee socialiste si ebbe nel 1889 con la costituzione della “Società Agricola” ad opera di Giovanni Galbo (che sarà poi vicesindaco di Palermo), dell’avvocato Crispino Guarnieri e di Vincenzo Gugliuzza (detto Runca), animatore dei “Fasci dei lavoratori” a Castelbuono del 1893. Bisogna arrivare al settembre del 1920 per la formazione di una sezione del P.S.I. a Castelbuono, di cui primo segretario fu l’ebanista Rosario Genchi. La scissione del 1921 non riguardò il partito di Castelbuono. Nelle elezioni del 1924, nonostante la legge Acerbo (Lista nazionale e premio di maggioranza), le intimidazioni e le ripetute violenze su tutto il territorio nazionale, a Castelbuono si registrarono 553 voti a favore del PSI. L’uccisione di Matteotti (10 giugno 1924) fu motivo, in paese, di dedicargli la sezione del partito. Oltre al segretario Genchi, vanno ricordati Pietro Cangelosi (padre del futuro dott. Matteo Cangelosi), Pietro Carollo (padre del futuro sindaco e onorevole Luigi Carollo), Cristoforo Barreca. Nel marzo del 1926, con l’entrata in vigore delle leggi “fascistissime”, la sezione venne chiusa. Con l’entrata in paese dell’esercito alleato, 24 luglio 1943, Pietro Cangelosi fu nominato vicesindaco dal capitano Kelly (AMGOT). Gli ex dirigenti socialisti ripresero con animo l’attività politica, tanto da diventare, nelle elezioni per l’Assemblea Costituente, il primo partito con 2.077 voti. Il PCI, per la sua prima volta, riportò solo 60 voti. La prima sezione, per quello che mi è dato sapere, del PCI a Castelbuono si ebbe nel 1947, prima delle elezioni regionali del 20 aprile dello stesso anno, considerato che il PSI e il PCI si presentarono uniti e formarono il Blocco del Popolo, riuscendo a ottenere 2.150 voti. Anche nelle elezioni regionali del giugno 1951, a Castelbuono, il “Blocco del Popolo” fu il primo partito con 2.248 voti, nonostante che vi fossero due candidati locali: il prof. Vincenzo Carollo (D.C.) e l’avv. Vincenzo Marinese (MSI), di origini castelbuonesi e con casa di villeggiatura in contrada San Guglielmo.
Il successo elettorale si ripeté anche nelle elezioni comunali del maggio 1952 con la lista “Autonomia e Rinascita” (simbolo Garibaldi). La sinistra aveva la sua roccaforte nella parte bassa del paese, zona Sarvaturu e Binidittini. Il più votato della lista fu il giovane insegnante Luigi (Gino) Carollo, di appena 31 anni, figlio del vecchio socialista Pietro.

Il PCI si identificava a Castelbuono in Gino Carollo, che nelle elezioni regionali del 1963 fu eletto deputato (Vincenzo Carollo veniva riconfermato all’ARS). Nel 1967 ritornerà all’Assemblea Regionale, mentre Vincenzo Carollo sarà eletto presidente della Regione Siciliana.La svolta della “Bolognina” (Novembre 1989) porterà allo scioglimento del PCI e alla nascita del PDS, per arrivare, tra lacerazioni e divisioni, locali e nazionali, al Partito Democratico di oggi. Ma, anche questa, è un’altra storia!

nella foto Comizio del 1° maggio 1965. Nella foto sono presenti i consiglieri comunali Pippo Ardini, Giuseppe Di Pasquale, Domenico Cicero (che tiene in braccio il figlio Mario, futuro sindaco), il segretario della Camera del Lavoro Ciccio Di Garbo, i sindacalisti Mario Città e Di Gangi