«Ci riconosciamo in pieno e facciamo nostre le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il premier nel suo discorso d’insediamento a palazzo Chigi ha invitato tutta la politica ad adoperarsi per “difendere chi è costretto a chiudere la propria attività. Fare tutto il possibile senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica”. La fiscalità di sviluppo prevista con l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia incarna “tutto il possibile” evocato dal presidente del Consiglio, poiché essa eviterà lo spopolamento e creerà le condizioni di sviluppo per le piccole comunità delle montagne siciliane».

A parlare all’unisono sono i componenti del Comitato pro Zfm ed i sindaci dei comuni di Lucca Sicula (Ag) Salvatore D’Azzo e di Malvagna (Me) Nino Panebianco, oggi presenti al presidio di protesta allestito, da ben 67 giorni, allo svincolo Irosa, sull’autostrada A19. In visita anche la vice presidente dell’ARS, Angela Foti.

Il camper parcheggiato nella piazzola di Irosa è diventato il cuore pulsante di una “battaglia di civiltà”: quella intrapresa da oltre 2134 giorni da un Comitato regionale di 133 sindaci per chiedere l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia. I primi cittadini di queste realtà si ritrovano ad amministrare comuni che, oramai da un ventennio, vanno verso la desertificazione umana ed imprenditoriale, una emorragia che impedisce spesso di garantire anche i servizi essenziali, come il diritto alla salute e all’istruzione.

I primi cittadini da anni rivendicano il diritto di residenza dei cittadini delle terre alte di Sicilia, da Irosa chiedono a gran voce la creazione delle Zone Franche Montane per queste aree notevolmente disagiate. Si tratta di una serie di agevolazioni fiscali tali da rendere appetibile l’avvio di nuove imprese in questi luoghi e da sostenere chi è riuscito coraggiosamente a resistere in questi decenni, nonostante il decremento demografico e la crisi economica.

Il provvedimento delle Zfm è già stato approvato all’unanimità dall’Assemblea Regionale Siciliana, il 17 dicembre 2019. Attualmente attende di essere evaso dalle Commissioni del Senato della Repubblica coinvolte per il rilascio dei pareri (1ª, 5ª, 10ª, 11ª, 13ª, 14ª), tra le quali la sesta, che si occupa di Finanze e Tesoro, presieduta dal senatore abruzzese Luciano D’Alfonso, chiamata a entrare nel merito sull’importanza del provvedimento.

«Fate presto! O per le nostre comunità sarà la fine!», è l’appello dei sindaci e del Comitato che proseguiranno con lo stato di agitazione fino a quando l’iter legislativo non si concluderà.