Tra i vari professionisti impegnati alla Fiera del Mediterraneo, nel centro nevralgico palermitano dell’emergenza Covid-19, ce ne sono dieci che offrono supporto psicologico con servizio telefonico attivo 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20. Da una parte del telefono ci sono psicologi e psicoterapeuti, dall’altra i pazienti che vengono accompagnati lungo un percorso che, su segnalazione dei medici dell’Asp e tramite le Usca, viene avviato dopo il primo tampone molecolare positivo. In appena un mese sono stati contattati oltre mille pazienti ed erogate quasi duemila prestazioni, alcune delle quali in favore di medici e infermieri che combattono in prima linea nella battaglia contro la pandemia.

Nel padiglione 16 del polo fieristico si intrecciano le storie di quelle persone alle quali il virus ha stravolto la vita tra avversità, isolamenti, frustrazioni, senso di abbandono, d’impotenza, e altri fattori che portano angosce e paure. C’è chi ha perso un familiare e spera anche solo di potere partecipare al suo funerale per elaborare il lutto, c’è l’adolescente che perde il contatto con la realtà perché costretto a stare in casa e deve dare un nuovo significato agli ambienti in cui vive e infine chi, una volta tornato negativo, non esce da casa per settimane perché teme di essere ancora contagioso.

“Pensare a un reale ripresa – dichiara Gaetana D’Agostino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana – significa porre l’attenzione sulla salute psicologica. Per questo il lavoro che stanno svolgendo gli psicologi in questo momento è di fondamentale importanza. Purtroppo la pandemia ha fatto venir fuori i livelli di fragilità del sistema di cura e per questo serve una riflessione più ampia sulla salute delle persone ad ogni livello. Ritengo necessario e prioritario cominciare ad investire sul settore e non attivarsi solo in situazioni emergenziali”.

Sulle linee telefoniche della Fiera confluiscono racconti di sofferenza, cortocircuiti emozionali dovuti all’assenza di informazioni che appaiono anche contraddittorie, attese interminabili e drammi interiori che rischiano di avere un impatto sulle nostre esistenze. “Il nostro intervento – raccontano i professionisti – per alcuni può trasformarsi in un’opportunità per rivedere determinati aspetti della vita, intervenendo sia sulle fasi acute che sui livelli di resilienza. Il feedback che riceviamo dai pazienti è la percezione di un innalzamento dei livelli assistenzali che può avere ricadute positive. Anche in relazione ai cosiddetti caregiver, soggetti che oggi monitorano 24 ore su 24 i parametri dei familiari assistiti e devono mantenere la lucidità, fornendo indicazioni utili per evitare l’ospedalizzazione”. “Il servizio offerto dagli psicologi – spiega il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 a Palermo, Renato Costa – è un valore aggiunto che consideriamo fondamentale. Per anni dovremo affrontare il tema della riabilitazione dei soggetti che hanno avuto il Coronavirus e in questo senso la psicologia clinica avrà un ruolo sempre più ampio. Per il futuro stiamo pensando di creare un dipartimento polidistrettuale per farci carico dei pazienti e della loro ripresa sotto il profilo motorio, respiratorio e anche psicologico”.