“Riteniamo che il limite sia abbondantemente superato e siamo fortemente preoccupati per la natura delle  risorse disponibili,  che mettono a rischio le attività del comparto forestale per il corrente anno”. 
    A lanciare l’allarme sono i segretari provinciali di Flai,Fai e Uila dopo che il governo regionale ha approvato, il 23 febbraio scorso, la delibera che prevede la Riforma dei consorzi di bonifica e degli altri enti del GAP e la riforma dei forestali.
  Una delibera nella quale – osservano le segreterie territoriali di Flai, Fai e Uila – la  forestale viene catalogata con l’eterno stereotipo di “bacino assistenziale-occupazionale”.  E in cui si parla di un diverso e maggiore impiego dei lavoratori, anche in ambito della protezione civile, “ma non per motivare una maggiore stabilità dell’occupazione ma per avere ulteriore economia indiretta”.
   Una riforma, quella  del comparto forestale, che  non soddisfa le richieste dei sindacati:  non è  finalizzata al rilancio del  settore e la riapertura dell’elenco speciale, richiesta da molti, viene fatta pesare sui lavoratori anziani con il blocco del turn-over.   
  Per questo i sindacati chiedono l’apertura di una vertenza che abbia al centro delle vere riforme del settore con una nuova visione delle politiche ambientali in Sicilia.
       “Non servono riforme  come strumento di ricerca di economie  né  come strumento di sterile risposta occupazionale. Solo una riforma che metta al centro le nuove politiche ambientali può dare risposte alle motivatissime richieste dei lavoratori interessati”, dichiarano il segretario generale di Flai Cgil Palermo Dario Fazzese, il segretario generale  Adolfo Scotti per Fai Cisl Palermo Trapani e Giuseppe La Bua per la Uil Palermo.
        I sindacati definiscono “retrograda” la visione che sta alla base della riorganizzazione del settore  forestale delineata dal governo regionale.     “Eppure la delibera è passata con il voto, riteniamo favorevole, degli assessori al Territorio e all’Ambiente e all’Agricoltura e allo sviluppo rurale che pur qualcosa avrebbero dovuto dire – aggiungono Fazzese, Scotti e La Bua – In un momento politico nazionale che vede l’istituzione del nuovo ministero per la Transizione ecologica e si parla anche di super ministero green, l’assessore all’Economia della Regione siciliana ha disegnato, tra le righe, un futuro della Sicilia fatto di agricoltura intensiva servita da un unico Consorzio di Bonifica e evidenziando un totale disinteresse per l’ambiente”.