A Petralia Sottana  il nome del barone Paolo Agliata ricorre spesso,sia per il corso principale del paese, a lui dedicato, cosi come anche il vecchio ospedale. Paolo Agliata , nel 1653 prese il titolo di “barone” acquistando dai Grimaldi “sub verbo regio”  la baronia del feudo Monaco  per 5400 onze e, in specifico: 5100 onze per la “baronia”, 250 onze per “il molino” esistente nei terreni feudali e 50 onze per il “mero e mixto imperio” . Nel 1662 acquisterà anche il feudo Alleri e l’altro di Mustimacucco dai principi di Valguarnera. Nel 1658 l’agiato Barone Agliata, il “gentil huomo” , così come viene menzionato dalle fonti locali, porta la sua residenza da Polizzi a Petralia Sottana con la costruzione del palazzo di famiglia e poi, come è uso tra i nobili, fa erigere una cappella, a sinistra dell’abside della Chiesa Madre di Petralia Sottana, dedicata al Santissimo Sacramento “completata di rustico”, impegnandosi, con un atto di soggiogazione di completarla del tutto. Nell’anno dopo, infatti, e precisamente il 9 giugno 1659, con atto notarile di Carlo De Maria, incaricherà un noto scultore del tempo, il carrarese Bartolomeo Travaglia, a realizzare, secondo un prestabilito disegno, allegato all’atto stesso, il completamento e abbellimento della cappella nel termine perentorio di 15 mesi.

Aggiungerà inoltre una somma di 100 onze per assicurare a se e ai suoi eredi e successori, in perpetuo, il “diritto di patronato” sulla cappella; onze 5 per la posa di tre lampade pensili; onze 15 per la celebrazione di una messa giornaliera “ad intentione” e onze 10 “per un anno di giugali e servitio di detta Cappella” . Dispose anche che si realizzasse, all’intermo di essa, una tomba con la funzione di accogliere le sue spoglie mortali “con una balata onorevole nel pavimento” e con la scritta:

“DI QUEST’ALMA MAGIONE E QUESTA FOSSA

PAULO AGLIATA BARONE DELLI MONACI E DI

ALLERI E’ PADRONE E CO’ SUOI QUI POSTE HA

LE OSSA.ANNO XII 1658”

Assai Lungimirante, per il bene della comunità petralese, farà costruire, con una spesa di 300 onze, un Ospedale che porterà nel tempo, il suo nome: “Ente Ospedaliero Barone Paolo Agliata” composto di due ampi cameroni annessi alla Chiesa di San Giuliano che sorgeva, fino al 1870, al posto dell’attuale palazzo municipale. L’ospedale esisteva in realtà molti anni prima della benemerita opera di Pietro Macaluso (Arciprete dal 1586 al 1604), e secoli prima del testamento del Barone Agliata, operante con posti letto, medici e “spitalera”, gestito dai procuratori della confraternita di San Giuliano.

Nel 1681 la gestione dell’ospedale passa ad una deputazione appositamente  prevista in testamento dal Barone Paolo Agliata e che da lui prende il nome.

Nel Settecento gli Agliata saranno annoverati come la più facoltosa famiglia del paese, possedendo il consistente patrimonio di 19.471 onze.

Gaetano Di Chiara