È scaduto alle 13:00 di oggi il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti alle disposizioni sull’istituzione delle zone franche montane in Sicilia, approvate dall’Assemblea Regionale Siciliana il 17 dicembre 2019.

Il provvedimento è al vaglio dei due rami del Parlamento. L’iter istruttorio è iniziato dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato che nelle scorse ore ha raccolto i testi degli emendamenti depositati.

A tal proposito nei giorni scorsi i sindaci dei Comuni interessati e il Comitato promotore della Legge hanno scritto ai presidenti del Senato e della Commissione, Elisabetta Casellati e Luciano D’Alfonso e ai Senatori. Il senso dell’appello era quello di mantenere invariata la quota dei 500 mt slm, quale sede operativa e legale delle aziende e, soprattutto, di rimandare alla corretta emanazione delle norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria.

“Il finanziamento delle zone franche montane in Sicilia avverrà con le risorse finanziarie della Regione Siciliana, rinvenienti dagli articoli 36 e 37 dello Statuto”, si legge nella nota.

«Abbiamo notizia che la nostra desiderata è stata accolta favorevolmente dai Senatori che hanno sottoscritto gli emendamenti – dichiarano dal camper di Irosa –  questa condizione non mancherà di riflettersi positivamente sui rapporti tra la Regione Siciliana e lo Stato».

«L’iniziativa politica intende sollecitare la corretta attuazione degli articoli 36 e 37 dello Statuto, – afferma Vincenzo Lapunzina, coordinatore del Comitato pro Zfm – disposizioni violate nelle precedenti legislature, rispetto all’integrale attribuzione dei tributi diretti ed indiretti, come previsto nei due articoli dello Statuto. Immotivatamente ne furono assegnate quote decisamente inferiori sottraendosi risorse finanziarie dei siciliani ai siciliani – chiosa Lapunzina –  È un momento storico, si è presentata un’occasione unica, la corretta applicazione delle norme costituzionali statutarie, pertanto, oltre che contribuire a finanziare la fiscalità di sviluppo per le zone franche montane siciliane, consentirà, finalmente, alla Regione Siciliana di disporre delle sue risorse finanziarie che le sono sottratte».