UECI – UNIONE ESERCENTI CINEMATOGRAFICI ITALIANI.

Un anno di Pandemia.

Un anno di chiusura per i cinema.

L’Italia in questi ultimi giorni nuovamente in una fase molto delicata e difficile.

Una azzardata Riapertura Simbolica porterà purtroppo a Simbolici incassi al Botteghino.

La scelta del Ministro Franceschini sulla riapertura simbolica dei Cinema per il 27 marzo oltre ad apparire non realistica, produce un effetto dissonante con questa guerra silenziosa che da un anno combattiamo contro il Covid-19 e che ha ripreso ad essere intensa, drammatica e devastante.
Scelta che, se giungerà a concretizzarsi, può stavolta tramutarsi in preambolo di chiusura definitiva certa per molte aziende.
Quando si parla di riapertura, anche se simbolica, non ci si rende conto dell’idea del funzionamento e della rimessa in moto di un settore come quello dell’esercizio cinematografico.

I cinema non possono aprire prima di tutto perché, la quantità di prodotto disponibile non è sufficiente.

Occorrerà ancora molta pazienza prima di poter contare su titoli medio-forti disponibili per tutto il territorio nazionale e anche le Associazioni di settore convengono, unite, che è necessaria saggezza, prudenza e lungimiranza;
mancano le grandi Aziende di pubblicità nazionale e locale ed è vietata la possibilità di aprire i nostri bar interni;
mancano i tempi necessari per una campagna promozionale, che solitamente viene messa in campo almeno 30/45 giorni prima delle grandi uscite in Sala.

Infine, il coprifuoco delle 22:00 (col pericolo di essere anticipato alle 20:00) rende tutto ancora più inapplicabile.
In una fase così delicata i Cinema non possono ripartire, perlomeno non in queste condizioni;

se nell’immaginario delle Istituzioni i Cinema potranno riaprire, nei fatti non riaprirà quasi nessuno o sarà una Riapertura solo per pochi.

Di primaria importanza dunque, è l’applicazione di un Progetto Strutturato per la ripresa, che comprenda sostegni e nuove norme (Tavoli e Sotto Tavoli per il mercato Theatrical presso il Mic).

Quando si parla di riapertura, è doveroso avere chiaro che il settore dell’esercizio cinematografico, bloccato per un anno, per ripartire ha bisogno soprattutto di programmazione e di regole certe (moltissimi esercenti attendono ancora di ricevere i Ristori dell’anno scorso).

Norme necessarie per ripristinare gli equilibri del mercato, su una regolamentazione delle Finestre di sfruttamento, in linea con le altre nazioni Europee e come la virtuosa legge cinema Francese.

Senza certezze, il cinema Italiano resterà sempre più agonizzante, prestando purtroppo il fianco al Covid-19, ma anche alle grandi aziende dello Streaming che porteranno via migliaia di posti di lavoro.
Progettiamo una ripartenza coerente per restituire il grande schermo alle nostre Citta’.

Il Cinema è la casa di tutti, è quel luogo dove l’immaginazione prende vita e ci restituisce la materia dei nostri sogni.

L’importanza dei Cinema sui territori è primaria, sono luoghi di luce ed allegria oltre che di vita e sicurezza per le comunità e dove la condivisione sociale ci emoziona e ci rende liberi, facendoci viaggiare in ogni posto nel mondo attraverso le immagini.

Diamo ai cinema strumenti, sostegni e tempi necessari ad una vera ripartenza.

Noi crediamo e siamo certi che ci sarà un lieto fine.

Come in fondo, solo il mondo della celluloide sa regalare.