Luna Rossa atterra sui “foil”, le ali volanti degli AC75, e perde l’occasione forse più ghiotta da quando il suo patron Patrizio Bertelli ideò l’assalto all’America’s Cup di vela, il trofeo sportivo più antico della storia.

Quando ricapiterà, al team italiano, un vantaggio di 4’08” su New Zealand, che oggi ha fatto bottino pieno, intascando prima il 4-3 e in seguito anche il 5-3 nella serie di finale della 36/a Coppa America di vela? Forse mai.

Ai “lunatici” non resta altro che mordersi le mani, prima di rimettersi al lavoro per salvare il salvabile, consapevoli del fatto che un’altra doppietta “kiwi” chiuderebbe definitivamente i giochi ad Auckland. Adesso allo “squadron” del patron Grant Dalton e del talentuoso timoniere Peter Burling mancano solo due regate per (ri)mettere le mani sul trofeo (ri)conquistato nel 2017 a Bermuda.

Poco o tanto, sarà la Luna di Max Sirena a deciderlo: una vittoria dell’equipaggio italiano può diluire la finale, allungandola ulteriormente.

Le regate di oggi hanno offerto emozioni, ma soprattutto novità, in serie. Per la prima volta in questa 36/a edizione dell’America’s Cup entrambe le sfide hanno fatto registrare clamorosi ribaltoni, e a questo ha contribuito la scarsa intensità del vento, che prima ha soffiato intorno agli 11 nodi, quindi è sceso, raggiungendo il limite minimo di 7 e costringendo gli uomini “on boarding” a fare gli straordinari.

L’equilibrio si è spezzato, dopo la sosta forzata, ma a favore di New Zealand, che domani avrà una specie di match-ball a disposizione per portarsi a 7 vittorie e chiudere i conti.

I “kiwi” hanno vinto la prima regata con un vantaggio di 58″ e hanno concesso il bis nella seconda, dopo una serie di colpi di scena, con entrambe le barche cadute dai “foil” e rimaste pertanto in quello che viene chiamato dislocamento. É prima capitato al “defender” – questo ha permesso agli sfidanti di guadagnare un vantaggio di oltre 2 mila metri per due lati – poi alla barca italiana, che ha faticato non poco per riprendere il volo ed è stata superata a tutta dai padroni di casa.

New Zealand si è imposta per 3’55”. Sembrava una regata decisa, a favore di Luna Rossa, nessuno poteva ipotizzare un ribaltone che sarebbe costato oltre 8′ (4’08” del vantaggio dilapidato, più i -3’55” all’arrivo, ndr). Praticamente, un abisso.

“La vittoria non è mai sicura, soprattutto con condizioni di vento così difficili – il commento del timoniere australiano di Luna Rossa, James Spithill, anche oggi comunque protagonista di due buone partenze -. Abbiamo offerto prestazioni abastanza buone fino a quando non siamo caduti dai foil e siamo rimasti bloccati in alto, cercando di navigare solo per trovare abbastanza pressione. Volevamo rialzarci ma, mentre stavamo arrivando al cancello, il vento è diventato sempre più leggero: sfortunatamente non siamo riusciti a completare la virata. Può capitare a tutti, la stessa cosa era successa poco prima ai nostri avversari. Abbiamo fatto bene alcune cose, ma ci sono altre situazioni che dobbiamo riordinare, perché vogliamo capire bene alcuni aspetti. Sappiamo di poter vincere le regate: la nostra squadra ha già affrontato situazioni difficili, torneremo in acqua e saremo più forti”. Basterà per avere ragione dei maestri del match race?

(di Adolfo Fantaccini/ANSA)