Ed ecco che a Petralia Sottana, nei giorni che precedono la Pasqua, le “piccole api operose” del paese riaprono gli armadi, bauli e cassetti … per tirar fuori addobbi e ricchi paramenti.

Confraternite e Congregazioni di uomini rindossano con evidente emozione i colori dei loro nonni, dei loro padri.

Intanto, numerose le donne, che rammendano, lavano e stirano con estrema cura quei leggeri e preziosi tessuti fatti di infinite trame cariche di ricordi, mentre altre, son dedite a modellare delicati fiori di carta, delle Rose, multicolori, per addobbare i fercoli e le vare, come lo si faceva un tempo, come lo si è fatto sempre. Altre ancora, curano i piccoli semi di grano, per farli germogliare e crescere in sottili e fitti steli, legati con lucidi nastri, questi saranno i “lavurieddi”, utilizzati per ricreare un prato rigoglioso, il Giovedì Santo, simile a quell’orto dove si posarono le lacrime di Gesù Uomo, mentre questi, pregando, pianse, tremando nel terrore per ciò che l’aspettava e cercando conforto unicamente in Dio.

Poi vi sono coloro che lustrano le pesanti armature Romane da indossare faticosamente il giorno del Venerdì Santo, cariche non solo del peso del metallo, ma anche di quello morale, quello ancor più pesante, quello“della colpa”, per aver Crocifisso un uomo d’Amore, addirittura il “Figlio di Dio”, spegnendo quella “Luce Del Mondo”, che venne poi scosso da un violento terremoto ed avvolto da un buio profondo.

Molti, scorrono, quindi, in silenziosa Processione, indossando vere corone di spine, come muti accompagnatori penitenti presso il fragile feretro in cristallo dove giace quel martoriato Corpo del Redentore, seguito da Sua Madre, l’Addolorata, con mani strette, non giunte come per onorare in preghiera, ma saldate come in una morsa, dove è evidente tutto il Suo Dolore, rievocando così un gesto tipico delle genti di Sicilia quando sono sopraffatti e vinti da lacerante strazio.

Tutto è tristezza, finché, giunge la vigilia di Pasqua, quando con l’attesa trepidante della “caduta du Tiluni “, una grande tela viene sganciata dall’alto e lasciata cadere per riportare al giubilo i fedeli, in paziente veglia, adunati nella Chiesa Madre, svelando il glorioso Cristo Risorto.

Ed anche questa grande tela, quanti infiniti punti d’ago l’hanno realizzata, quante donne son state curve ad unirne i pezzi, a definirne l’orlo dei bordi, per poi affidarla al pittore per lasciarlo raffigurare un giovane, giustiziato senza colpa, che giace tra le braccia di Sua madre, che nel suo dolore resta ubbidiente e si china alla volontà di Dio, fiduciosa alla promessa di un “incontro” con quel Suo amato e venerato figlio.

Quindi, nella piena luce del nuovo giorno, essi cercandosi per le vie del paese … con emozione crescente s’intravedono … ed ecco che dando fiato alle trombe, tra improvvisi boati di tuono tra un volo di candide colombe, senza esitare si corrono incontro … mentre Maria nella foga perde il suo triste manto e si lancia fiduciosa tra le braccia del Figlio Suo … un abbraccio agognato da tante Madri come da tanti Figli … che nutrono in cuor loro il desiderio di “ritrovarsi sempre in questa vita … ed, ove non fosse più possibile, anche oltre …”

Tutto questo con gran VOCE di popolo ci dice che “Gesù VIVE !!!”

Il documentario sarà online domenica di Pasqua,dalle ore 12 in poi sulla pagina facebook Grifeo web Tv e sul canale Youtube

Rosangela Prestigiacomo