‌Una delegazione di Sindaci, in rappresentanza dei Comuni siciliani, composta dai Sindaci di Alessandria della Rocca, Giovanna Bubello,di Montelepre, Maria Rita Crisci, di Campofelice di Roccella, Michela Taravella, insieme alla Presidente dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni di Italia, il Sindaco Franca Biglio ed al Dott. Castaldi dell’Osservatorio Gocce d’Acqua, ieri mattina, presso il Ministero della Transizione ecologica, hanno incontrato il sottosegretario Vannia Gava per affrontare la problematica relativa alla gestione in salvaguardia del servizio idrico integrato.
Nel corso dell’incontro di stamattina i Sindaci hanno esposto la necessità che sia garantito il diritto dei Comuni di continuare la gestione diretta del servizio e che, pertanto, non venga abrogato l’art 147 comma 2 bis,letto.b del D.Lgs 152/06, così come previsto dall’art.19 del progetto di DL del 24 aprile 2021, sulla transizione ecologica, in questi giorni in corso di approvazione da parte del Governo.
Questo disegno di legge – osserva il Sindaco Taravella – parte dall’assunto che solo una conduzione unica può garantire una gestione efficace, efficiente ed economica del SII e dei piani di investimento coerenti con gli obiettivi del PNRR. Molti comuni che hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale della gestione in salvaguardia contestano in modo determinato questa abrogazione e le motivazioni che sono poste alla base.
‌Tante sono le azioni – dice – che il coordinamento dei Sindaci costituitosi in questi giorni sta portando avanti per sensibilizzare il Governo nazionale su questo argomento. Nel corso dell’incontro al Ministero i Sindaci, attraverso una relazione dettagliata, hanno esposto alla Sottosegretaria le peculiarità della gestione in salvaguardia, evidenziandone la virtuosità, sia sotto il profilo dei costi, che con una gestione unica industriale potrebbero aumentare considerevolmente, sia dal punto di vista degli investimenti futuri.
Il Sindaco di Campofelice evidenza infine, che in alcuni ambiti territoriali, come quello dell’Ati di Palermo e di Agrigento, sia già stato approvato il piano d’ambito con la previsione degli investimenti per i prossimi trenta anni. Questo intervento normativo potrebbe segnare un disastroso ritorno indietro nell’applicazione della disciplina del Servizio idrico integrato che i Comuni, a tutela dei propri territori, cercheranno di scongiurare.